Orlandi, raduno a Roma: "Fuori De Pedis da Sant'Apollinare"
{{IMG_SX}}"Fuori De Pedis dalla Basilica". È questa la frase, scritta su un lenzuolo affisso sulla facciata della chiesa di S.Apollinare a Roma, quella che sintetizza il senso della manifestazione di questo pomeriggio proprio davanti alla basilica, per chiedere "verità e giustizia" per Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa 28 anni fa. Nella cripta di questo edificio sacro nel centro della Capitale, c'è la tomba di Enrico De Pedis, detto "Renatino, il boss della Banda della Magliana, il cui ruolo nel caso Orlandi è ancora oggetto di indagine. E a fianco della chiesa c'era la scuola di musica che Emanuela frequentava: da lì la ragazza uscì l'ultima volta la sera del 22 giugno 1983.". Quante volte l'ho aspettata fuori da quel portone con la moto per portarla a casa«, ricorda suo fratello, Pietro Orlandi, che questo pomeriggio ha guidato la manifestazione. Nel luglio 2010 arrivò dal Vicariato di Roma il nulla osta a ispezionare la tomba qualora l'autorità giudiziaria volesse farlo. Nel novembre di quell'anno sembrava che si fosse vicini alla riapertura e notizie in tal senso sono circolate anche in seguito: ma non è accaduto nulla. "Quella sepoltura è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che 28 anni fa si è portato via Emanuela - ha detto oggi Pietro parlando in piazza S.Apolinnare -. Per sciogliere quel legame servono magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino; autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano; e una papa coraggioso e libero". La folla - tanti romani, ma anche molta gente arrivata da altre città italiane - è più numerosa di quella che si radunò a piazza S.Pietro il 18 dicembre. Quella volta si sperava che il Papa all'Angelus potesse dire una parola. Non accadde. "Questo ci ha addolorato, ma non fermato - ha detto Pietro - e continuo ad avere fiducia in questo papa". Proprio a Benedetto XVI è rivolta la petizione che Pietro ha fatto circolare da ottobre, che ha raccolto decine di migliaia di adesioni e ha continuato a raccoglierne anche oggi. "Non siamo mai stati così forti", dice Pietro. Tra chi lo ascolta, tante ragazze con la fascetta sulla fronte, come quella che Emanuela portava nella foto, ben nota, diffusa dopo la scomparsa. Sulla facciata della chiesa è stata apposta la riproduzione di targa in pietra per ribattezzare simbolicamente la piazza "Piazza Emanuela Orlandi". La gente sperava di entrare in chiesa, di poter scendere nella cripta. Ma il portone è rimasto sbarrato.