Moto e note di Ligabue L'addio ai bravi ragazzi
Il rombo delle moto degli amici del club «Sesta piena», il casco che Matteo indossava quando saliva in sella alla Kawasaky Z 750 verde, sventolato dalla mamma Maria Grazia come si fa quando si agita un fazzoletto in segno di saluto; le note della canzone di Ligabue «Il giorno di dolore che uno ha» diffuse dagli altoparlanti; la lettera strappacuore della sorella Arianna, 14 anni, che si chiama come la fidanzatina del fratello, una dei cinque ventenni morti sulla corsia d'emergenza del Gra martedì notte travolti mentre erano sulla C1 in panne insieme con la coppia di fidanzati che sognava di sposarsi, Mario e Emilia. Morti anche loro. Momenti strazianti di un funerale incredibile. Questo è stato ieri mattina, nel campus di Tor Vergata, l'addio a Mattia Campaniello, 21 anni, Mario Ferruzzi, Emilia Di Genova, Arianna Gatti, tutti di 22 anni, e Matteo Giovannetti di 23. Un addio con l'emozione che ti toglie voce e fiato. Con gli striscioni da brivido. I palloncini che trasportano in cielo i bigliettini per i cinque amici di Tor Bella Monaca e Centocelle che non ci sono più. Tanti fiori, le corone di Roma Capitale di As Roma, dei carabinieri di Tor Bella Monaca, della scuola di danza, del liceo De Chirico. E le mamme come Madonne sotto la grande croce del Giubileo del 2000, nel piazzale dedicato al Beato Giovanni Paolo II, con le cinque bare allineate, accarezzate da tremila persone. Un dolore entrato nelle case dei romani. E infatti ieri è stato lutto cittadino. Bravissimi ragazzi. «Bella gioventù» lo ha detto anche monsignor Giuseppe Marciante, vescovo del settore nord, che ha officiato la cerimonia. «Anche per un vescovo è doloroso celebrare il funerale di cinque giovani - ha ammesso Marciante -. Il silenzio forse è la parola più forte perché dobbiamo capire il senso di una morte così giovane. Il luogo scelto è significativo, è qui che Papa Wojtyla incontrò milioni di giovani nel 2000». E il monito sulle «strade trasformate in cimiteri». «Si ripropone il problema della sicurezza sul Gra - ha detto il vescovo - reso grave dalla presenza di tir spesso protagonisti di gravi incidenti. Per i giovani bisogna fare strade più sicure». Dolcissima Arianna, la sorellina di Matteo: «Ora sarai chissà dove - legge la lettera - a mangiarti lo stomaco perché non puoi prenderti cura di noi e dirmi: tranquilla, ce pensa Matteo tuo». Il corteo è partito dall'obitorio a San Lorenzo scortato da 17 auto della polizia di Roma Capitale e 5 moto del Gssu del comandante Antonio Di Maggio. L'ultimo viaggio li ha riportati a casa. Tappa a via delle Acacie a Centocelle sotto la casa di Emilia. E davanti al Mc Donald's in via di Tor Bella, dove lavoravano quattro dei cinque amici. Ad aspettarli un centinaio di motociclisti della «Sesta piena». «In ogni ragazzo di questi rivedo mio figlio, sono loro che ci danno la forza» hanno detto Maria Grazia e Stefano genitori di Matteo. «In un giorno come questo, - ha detto il sindaco Gianni Alemanno - terribile per la perdita di questi nostri eccezionali cinque ragazzi, l'impegno è fare sempre di più per i giovani perbene, come lo erano questi ragazzi, che nelle periferie e nei contesti più difficili devono essere sostenuti, aiutati nella ricerca del lavoro». Presenti, fra gli altri, l'assessore alla Famiglia Gianluigi De Palo, il capo dell'Avvocatura Andrea Magnanelli con gli avvocati Federica Mondani e Silvio Crapolicchio, che forniranno assistenza legale civile e penale a titolo gratuito alle famiglie col supporto dell'Avvocatura comunale, e il presidente Ama, Piergiorgio Benvenuti. I funerali a spese di Roma Capitale. Mario e Emilia sono stati tumulati uno accanto all'altra nel cimitero monumentale del Verano. Con Mattia e Arianna. Matteo riposerà «accanto al nonno nella tomba di famiglia a Ciampino» ha detto la mamma Maria Grazia.