Congressi lumaca tra rinvii e faide interne
Inaltre parole nuova classe dirigente, diversa organizzazione e, soprattutto, ricostruire un nuovo rapporto con i cittadini. È questa la priorità dettata dalla politica soprattutto locale. A ribadirlo anche il sindaco Alemanno che oltre a non vedere un ritorno di Berlusconi, sollecita un cambiamento profondo dei partiti «altrimenti si faranno avanti altri soggetti politici». Un cambiamento che passa inesorabilmente attraverso i congressi e le primarie per scegliere i candidati a sindaci, presidenti di Regione, premier, «mai più nominati dall'alto». In un momento di crisi politica, prima ancora che economica, il congresso resta la strada maestra per tornare sul territorio e garantire rappresentanza democratica. Proprio per questo occorrerebbe fare in fretta. Prima si ridisegnano programmi e organigrammi dei partiti prima si riparte con l'azione fondamentale di ridare fiducia ai cittadini nella classe dirigente. Per questo il rinvio delle assemblee o delle primarie per eleggere i nuovi segretari appare come un ulteriore atto di "accomodamento" della casta. I partiti maggiori, Pd e Pdl hanno rinviato per mesi la scelta dei nuovi segretari. Il Pd, dopo una lunga battaglia, deciderà finalmente il 12 febbraio con le primarie, dove si sfideranno quattro candidati, chi sarà il nuovo segretario del Lazio. Il Pdl? I congressi per l'elezione dei coordinatori cittadini e provinciali del Lazio si sarebbero dovuti tenere nella primavera scorsa, poi in autunno e adesso sembra, entro marzo. Nulla di ufficiale però. Stessa musica per l'Udc che dall'autunno continua a rinviare il congresso cittadino di mese in mese. Anche il partito di Casini dovrebbe sbloccare la situazione entro marzo. Il tempo massimo dunque per designare la classe dirigente che dovrà organizzare la campagna elettorale del 2013. A partire non solo dai programmi (che speriamo ridiventino il centro dell'attività politica) quanto la composizione delle liste dei candidati e avviare le trattative per le alleanze. Una sfida decisiva contro la quale l'ostacolo maggiore potrebbe essere proprio il tempo a disposizione e una crisi economica che come ribadito ieri da Alemanno potrebbe portare anche al blocco dei 350 cantieri in corso a Roma. Per questo serve subito una classe dirigente di partito in grado di fare pressione e far cambiare subito almeno le regole del Patto di Stabilità. Un segnale che ridarebbe forse fiducia al cittadino.