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Non bastano le lacrime per 5 ragazzi d'oro

Il Mc Donald's dove lavoravano i ragazzi chiuso per lutto. Foto GMT

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Cinque bravi ragazzi, grandi lavoratori, senza grilli per la testa, sinceri, perbene, sempre pronti ad aiutarsi nel momento del bisogno, inseparabili anche nella morte. «Ragazzi d'oro», è questo che senti dire a Tor Bella Monaca e Centocelle dei cinque ventenni travolti da un camion-frigo mentre erano a bordo di una C1 in panne ferma sulla corsia d'emergenza del Gra di ritorno da una serata al bowling. Ovunque vai, solo lodi per Mario Ferruzzi, 22 anni, Mattia Campaniello, 21, Emilia Di Genova 22, Matteo Giovannetti, 23 ed Arianna Gatti 22. E non è perché ora non ci sono più. Si comincia dal benzinaio TotalErg, accanto al Mc Donald's a via Tor Bella Monaca, il fast-food dove lavoravano tutti, tranne Emilia, commessa in un negozio di biancheria in centro. Il fast-food, dove c'è ancora parcheggiata la macchina di uno delle vittime, ha immediatamente chiuso le saracinesche e tappezzate le mura di cartelli «chiuso per lutto» dalle 7 del mattino, quando la notizia si è sparsa, dopo l'arrivo di due poliziotti che ieri hanno scampanellato alla porta delle cinque famiglie preoccupate per l'assenza dei figli ma ignare che non ci fossero più. «Sono andato in bagno intorno alle due e non ho visto mio figlio a letto - dice Patrizio, il padre di Mario - e non l'ho trovato. In genere si ritirava presto, intorno a mezzanotte, così ho iniziato a cercarlo ma il telefono era spento». «Erano ragazzi eccezionali» dice Roberto, 21 anni, ex collega di lavoro al Mc'Donald's, che oggi fa il benzinaio. «Quando sono arrivato io lavoravano già lì, solo Mario è arrivato dopo». Rabbia, tanta. «Non si può permettere che un colpo di sonno si porti via la vita» dice Enzo Taddei, padre di Tatiana, una collega delle vittime. «Arianna l'abbiamo vista a cena a casa nostra due sere fa». Spazzati via per sempre i progetti di vita insieme. «Matteo e Arianna erano fidanzatini - dice un amico - Mario ed Emilia stavano insieme da quattro anni, si sarebbero sposati l'anno prossimo, avevano comprato una casa a Ponte di Nona». Mattia era da poco single. «Eravamo stati insieme ma io non mi sentivo pronta per qualcosa di serio perché ho solo 18 anni» dice Giada, l'ex fidanzatina che però ammette: «ci sentivamo sempre». Tutto finito. Le madri sono come Madonne sotto la croce. «Hanno portato via il mio angelo, non vivo più». Ha urlato tra le lacrime la mamma di Arianna, all'obitorio del Verano, dove le famiglie hanno dovuto riconoscere i corpi martoriati estratti dalla C1 trasformata in una scatoletta. «Sono irriconoscibili» ha detto il padre di Matteo che ha riconosciuto il figlio solo per la giacchetta. Maria Grazia, 49 anni, è la mamma di Matteo, 23, il più grande dei cinque. Per un tragico scherzo del destino anche la figlia minore, di 14 anni, si chiama Arianna, come la fidanzatina del figlio. «Ma per fortuna non è lei, l'abbiamo vista a mezzogiorno» dicono Costantino ed Elena, una coppia di sposi romena, che vive in una palazzina a via Santa Flavia «sotto l'appartamento della nonna di Matteo, sopra c'è la mamma». Matteo frequentava la parrocchia di Santa Rita da Cascia in via degli Acquaroni. E fino a 18 anni era stato scout «nel gruppo Roma3 insieme con i capogrupop Oscar e Laura Spallucci» dice il parroco, don Giuseppe Vecchi, che sta organizzando una «veglia di preghiera». Per le famiglie la mattina tragica è iniziata alle 7 quando due poliziotti hanno suonato al campanello. Al nono piano della torre grigia in via di Santa Rita abitano le famiglie di Mario e Mattia, dirimpettaie. «I ragazzi sono amici da quando sono nati» dicono alcuni ragazzi sul pianerottolo, affollatissimo, trasformato in camera ardente. «Devo farmi forte per i miei genitori» ha detto Alessio, il fratello di Mario, 17 anni studente allo scientifico. La sorella di Mattia invece non parla. Prima di andare al bowling i ragazzi avevano cenato a casa di Mario e Mattia: Mario ed Emilia a casa di lui, all'interno 48; Arianna, Matteo e Mattia, a casa di quest'ultimo al 46. Ieri sera il sindaco Gianni Alemanno ha incontrato le famiglie. «Erano cinque ragazzi eccezionali - ha detto Alemanno - il volto pulito dei giovani di Tor Bella Monaca, persone pulite, come la maggioranza del quartiere, che facevano di tutto per costruirsi un futuro». Ci sarà una gioranta di lutto cittadino. E, ha concluso il sindaco, ci costituiremo parte civile perché le famiglie non rimangano da sole nell'accertamento della verità».

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