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L'anarchia dei tassisti "In strada senza turni"

Via del corso, piazza colonna, la manifestazione dei tassisti

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I sindacati sono spaccati. C'è chi esulta e chi invece minaccia nuove proteste. I tassisti, che ieri hanno manifestato per il quinto giorno consecutivo al Circo Massimo, adesso lanciano una nuova sfida al governo. Oggi la protesta continua con lo scioglimento dei turni. Non è una decisione messa nero su bianco, ma è il proposito più che concreto che si registrava ieri sera tra i centinaia di tassisti radunati tra il Palatino e l'Aventino. «Così facendo - hanno spiegato - faremo vedere che cosa significa se in una città come Roma lavorano contemporaneamente otto mila auto bianche. Per il 23 lo sciopero è confermato ma ci riserviamo di capire meglio quello che è uscito fuori oggi dal Consiglio dei ministri». Nella giornata di ieri non sono mancate le tensioni con le forze dell'ordine che sono riuscite ad impedire che alcuni gruppi di tassisti raggiungessero via del Corso e Palazzo Chigi. Sono volati fumogeni e petardi ma non c'è stato alcun ferito. Tra i sindacati più agguerriti c'è la Cgil, che ha intercettato il malcontento diffuso tra i manifestanti: «L'Authority non può decidere per i Comuni e non può avere un potere esecutivo, ma di vigilanza. Sono le Regioni e i Comuni ad essere titolari delle licenze e della territorialità. Approvare norme del genere significa favorire la deregolamentazione selvaggia», ha detto il segretario nazionale di Unica-Cgil Taxi, Nicola Di Giacobbe. Altri, invece, predicano la calma: «I taxi devono tornare in servizio regolarmente. Sono state accolte molte delle richieste contenute nella controproposta presentata al governo - dice Daniele Saulli di Uritaxi Lazio - Già giovedì, c'erano state aperture da parte del governo, avevamo detto che saremmo tornati in servizio. Oggi, quello che avevamo chiesto è stato in larga parte recepito». I sindacati si sono però trovati d'accordo su un punto: il mantenimento del divieto di cumulo delle licenze «è un passo avanti». È soddisfatto anche Alessandro Atzeni, segretario nazionale di Ciisa Taxi: «Dalle parole di Monti sembra che sia scongiurato il pericolo della doppia licenza e del cumulo delle concessioni. Rimane da definire meglio la funzione dell'Authority, che auspichiamo abbia solamente funzione di controllo, senza togliere competenze a Comuni e Regioni anche per quanto riguardo il concetto di territorialità». Alla fine i tassisti hanno deciso di abbandonare il Circo Massimo. Alle 23 anche l'ultimo irriducibile aveva rinunciato a mantenere il presidio. Ma già oggi i più battaglieri potrebbero tornare a manifestare, tanto che ieri sera hanno chiesto l'autorizzazione alla Questura per continuare a radunarsi in questa zona. La linea più seguita dalla base pare essere quella indicata da Nicola Di Giacobbe della Cgil che ha arringato i pochi tassisti rimasti: «Le parole del sottosegretario Catricalà non ci hanno convinto, se il testo non ci rassicurerà allora non avremo altra scelta che continuare con lo sciopero selvaggio. Lunedì confermiamo lo sciopero e se sarà necessario qui al Circo Massimo faremo una grande assemblea per andare avanti con la protesta». Cinque giorni di rivolte, tensioni e disagi, quindi, non sono bastati. Oggi si saprà se la battaglia continuerà con la stessa incisività o se tutto è rimandato a lunedì, giorno dello sciopero.

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