Bufera sui sindacati. Oggi taxi a singhiozzo
Per i tassisti di tutt'Italia riuniti da martedì al Circo Massimo doveva essere la giornata cruciale, di lotta o di brindisi, invece si è conclusa con un'insperata fumata grigia. Solo oggi, infatti, il Consiglio dei Ministri prenderà in esame alcune delle proposte avanzate dal «parlamentino» delle auto bianche. Ancora un giorno di attesa, dunque, l'ultima notizia che i manifestanti avrebbero voluto ricevere. Quando dal palco le ventitré sigle sindacali, di ritorno da Palazzo Chigi, hanno dato comunicazione dell'ulteriore rinvio, i tassisti si sono scatenati: contro i loro rappresentanti, ricoperti di insulti e inseguiti lungo via del Circo Massimo, contro i colleghi romani e non, che hanno abbandonato la piazza a neanche un'ora dall'annuncio, infine in generale contro tutti i sindacalisti che hanno partecipato alle trattative, «venduti, ci hanno fatto stare qua al freddo per nulla». La quarta alba di protesta. Quelle di ieri mattina dovevano essere, e nel bene o nel male lo sono state, le ultime ore di sciopero selvaggio: «Se il governo ci dà ragione bene, altrimenti mostreremo i muscoli», aggiornavano dal palco del Circo Massimo, che radunava diverse centinaia di tassisti provenienti da ogni parte del Paese. L'incontro a Palazzo Chigi, però, non è stato decisivo: «Ci hanno assicurato che alcune delle nostre proposte saranno esaminate dal Consiglio dei Ministri di oggi perché valutate ragionevoli. Abbiamo ribadito i punti sui quali non siamo disposti a cedere e come organizzazioni sindacali ci riteniamo soddisfatte», hanno esordito Loreno Bittarelli (Uritaxi), Ciro Langella (Consorzio Taxi Napoli) e Pietro Marinelli (Ugl Taxi). Fischi e parole grosse sono volati poco dopo, quando i sindacalisti hanno invitato tutti a riaccendere i motori: «Se vogliamo facilitare l'esito delle trattative non aiuta interrompere il servizio, che va ripreso subito, anche perché ci sono problemi con la Prefettura», ha azzardato Bittarelli riferendosi evidentemente al rischio precettazione ma senza convincere nessuno. Se i più tranquilli urlavano «venduti, a casa», i «falchi» napoletani si sono piazzati in blocco sotto al palco facendo esplodere botti e fumogeni. Mentre il traffico tutt'intorno al Circo Massimo veniva chiuso, alcuni sindacalisti, rincorsi da drappelli di tassisti inferociti, per evitare aggressioni sono stati costretti alla ritirata. Gli animi si sono calmati solo intorno alle 18, quando la maggior parte dei conducenti, specie quelli napoletani (convocati dalla Prefettura di Napoli e prossimi alla precettazione) hanno lasciato Roma. In serata, l'assemblea si è sciolta con l'invito a riprendere il servizio aspettando notizie dal governo: «Io trasporterò gratis i disabili - ha voluto dare il buon esempio Davide Bologna - tornate in strada anche voi. In caso di riposte negative riprenderemo con lo sciopero». Quella di oggi sarà un'altra mattinata di attesa, preludio dell'ennesimo pomeriggio di fuoco perché la maggior parte dei romani, pur avendo sciolto l'assemblea al Circo Massimo, non si dice di certo soddisfatta: «Io non voglio tornare a guidare - tuona Pietro - siamo rimasti nell'incertezza come ieri, tanto vale scioperare: precettati o licenziati, ormai, non fa differenza».