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Qualcuno ha spostato il tagliacarte di via Poma

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Parolee disegni eseguiti, si scoprì in seguito, da un poliziotto. Errori che hanno creato confusione e impedito di acquisire alcuni dati tecnici preziosi per la ricostruzione della scena del delitto. Ora il tagliacarte spostato. A distanza di anni emergono alcune «distrazioni» avvenute nell'ufficio Aiag di via Poma dove fu trovato il 7 agosto del '90 il cadavere di Simonetta Cesaroni. A rivelarlo è il blog «Raniero Busco Innocente» curato da Gabriella Schiavon. È la notte fra il 7 e l'8 e sul luogo del delitto vengono scattate una serie di foto. Quelle «che documentano lo spostamento si riferiscono alla stanza di Maria Luisa Sibilia, una dipendente degli Ostelli della Gioventù, che fu l'ultima ad uscire da quell'ufficio (ore 15) prima dell'arrivo di Simonetta nel primo pomeriggio - si legge sul blog - Chi ha seguito in questi 20 anni la intricata vicenda sa bene che su quel tagliacarte c'è tutta una storia di sparizioni e riapparizioni assai misteriosa, ma le analisi scientifiche hanno escluso che su questo oggetto ci fossero tracce di sangue. Ma chi l'ha spostato quella notte e soprattutto perchè? - si chiede l'autrice dell'articolo - E volendo andare oltre, non è possibile che sia stato addirittura sostituito?». Un'ipotesi formulata anche dal criminologo Carmelo Lavorino, il quale sostiene che il tagliacarte «non c'era fino alle 15, poi è stato usato per il delitto e, infine, dopo l'attività di lavaggio, è stato diposto sul tavolinetto della Sibilia». Per Lavorino, l'assassino o il rassettatore lo ha sostituito ma «non ha calcolato che non poteva e non doveva essere su quel tavolinetto e su quella scrivania». Un'altra «distrazione» o una voluta azione di depistaggio?

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