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Tassisti in assemblea Altre 12 ore di caos

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Il giorno più lungo dei tassisti: tra caccia ai crumiri, faide interne e rischio precettazione, ieri il clima al Circo Massimo, teatro dell'assemblea nazionale di categoria, era incandescente. Dal palco li hanno caricati a dovere in vista di questa mattina, quando si discuterà nuovamente del nodo liberalizzazione col governo: «Questo è solo l'inizio: non siamo studentelli, ma uomini grossi, forzuti, che se non basta il cervello tireranno fuori i muscoli». Le 23 sigle sindacali, terminate le trattative che hanno tenuto impegnati i segretari per oltre sei ore, nel tardo pomeriggio di ieri hanno trovato l'accordo su alcuni punti «imprescindibili per continuare il confronto con Palazzo Chigi». Il vero banco di prova, dunque, è rimandato a oggi, quando i tassisti sapranno se le loro richieste saranno accolte o meno. Sono arrivati da tutt'Italia. C'erano Milano, Torino, Bologna, Riccione, Firenze, Pisa, e ancora i colleghi dell'Aquila, Teramo, Pescara, Salerno. Oltre duemila persone, praticamente ogni angolo del Belpaese era rappresentato al Circo Massimo in occasione dell'assemblea che, come detto, doveva approvare il documento da sottoporre al governo. Hanno aderito in blocco anche i romani, martedì criticati per la scarsa adesione allo sciopero, e chiaramente non hanno mancato l'appuntamento i napoletani, la frangia «oltranzista» del gruppone, che per l'intera giornata di ieri si è scatenata con cori anti-liberalizzazione, petardi, fumogeni. Gli animi erano tesi: «Tra noi non ci sono falchi o colombe, siamo tutti falchi, e molto cattivi. Ragazzi non sprechiamo i botti, serviranno di sicuro tra un po'». L'unità tra sindacati e tra tassisti (specie romani e napoletani) è stato il tema dominante dell'incontro: «Ci hanno voluto dipingere come gente divisa – hanno tuonato dal palco – invece non è così, non c'è nessuna fazione tra romani e napoletani, difendiamo la stessa causa». «Tra noi non c'è alcuna guerra – ha fatto eco Roberto - e per quanto riguarda i tafferugli che sono avvenuti non sono responsabili i tassisti, ma degli infiltrati ad hoc». La realtà, però, raccontava altri equilibri. In tanti, per esempio, hanno chiesto che il palco venisse ripulito dai vessilli dei rappresentanti di categoria, pretesa questa avanzata soprattutto da parte napoletana, tanto che alla fine l'Uritaxi si è vista obbligata a smantellare gli allestimenti e arrotolare le bandiere. Non di meno, gli episodi di martedì, quando diversi tassisti in servizio sono stati oggetto di insulti culminati in minacce ed aggressioni da parte dei conducenti in sciopero, si sono ripetuti anche ieri: «Oggi ho visto uno che caricava dei turisti per Fiumicino – raccontava ai colleghi un romano – dovevate vedere cosa gli ho fatto, sono arrivati i carabinieri». Nel mirino, del resto non solo ieri, anche gli Ncc: proprio nei pressi del Circo Massimo un conducente è stato avvicinato da alcuni manifestanti che l'hanno rincorso lanciandogli ciò che si sono trovati a portata di mano e seppellendolo di insulti. «Qui dobbiamo essere tutti uniti – si rispondeva ad ogni obiezione – finché non vinciamo non torniamo a casa». I rappresentanti sindacali hanno raggiunto il Circo Massimo intorno alle 18: ad attenderli, una folla inferocita. Loreno Bittarelli, presidente Uritaxi e 3570, ha esordito tra le lacrime: «Siamo disposti a dialogare col governo, ma alcune nostre richieste devono anche essere accolte». Al suo fianco Pietro Marinelli (Ugl): «L'importante è che restiamo tutti uniti». Insieme ai punti sui quali le sigle non si dicono disposte a cedere di un millimetro, ovvero i criteri di territorialità, cumulabilità e doppia licenza, sono state annunciate anche altre condizioni, come lo sgravio dell'Iva sul bene strumentale, il carburante professionale, il riconoscimento delle malattie professionali e del mestiere usurante, infine che si affronti il capitolo Ncc. Al termine, i tassisti si sono dispersi. Poi a sorpresa una delegazione di rappresentanti sindacali, di cui faceva parte anche l'Uritaxi di Bittarelli, è stata ricevuta a Palazzo Chigi. L'obiettivo: accertarsi della presa d'atto da parte del governo del documento prodotto dall'assemblea in attesa dell'incontro cruciale di oggi. Intanto la protesta continua: l'intenzione è quella di occupare anche oggi, dalle 9 alle 19, il Circo Massimo. A conclusione di una delle giornate più nere che la categoria ricordi, anche l'incubo precettazione: la Prefettura ha infatti chiesto a Comune e Questura «di segnalare ogni disservizio che possa comportare l'interruzione di pubblico servizio» in riferimento alla circolazione dei taxi. La Prefettura ha dunque diffidato i tassisti dall'interrompere il servizio, atto che potrebbe precedere la precettazione.

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