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Piano rifiuti. Voto storico alla Pisana Dopo 10 anni il Lazio vola in Europa

Renata Polverini

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Dieci anni. Tanto ci è voluto al Lazio per varare un nuovo Piano Rifiuti. Un tempo lunghissimo che è si è tradotto in sanzioni europee, richiami e soprattutto Malagrotta. Per questo i 40 voti a favore (23 i contrari) del Consiglio regionale assumono un significato speciale. A maggior ragione che, poco prima del via libera della Pisana, il Consiglio di Stato aveva bocciato il ricorso della Colari, la società di Cerroni, che chiedeva tra l'altro la sospensiva dell'ordinanza per l'individuazione di siti alternativi a Malagrotta. Si comprende dunque come quella di ieri sia stata la giornata della rivincita per la presidente del Lazio, Renata Polverini. «Il 18 gennaio sta diventando, prima con la sentenza del Consiglio di Stato, e adesso con il voto della Pisana, una giornata straordinaria per i rifiuti del Lazio - ha commentato la governatrice - oggi facciamo una bellissima figura. Si esce dall'immobilismo, la Regione si dota di un piano moderno e c'è la conferma da parte del Consiglio di Stato che c'era la necessità di agire con procedure di emergenza su Malagrotta. Direi che ora si può ripartire per una Regione che non può che essere all'avanguardia sui rifiuti». Poi, davanti alle critiche del centrosinistra, la Polverini non ha resistito e si è tolta più di un sassolino dalla scarpa. «Il "grande" sindaco Veltroni ha consegnato a questa città una situazione di emergenza vergognosa. Pure Veltroni forse è il caso che si carichi di responsabilità - ha incalzato la Polverini - otto anni suoi, 30 anni di Malagrotta, con l'ultima fase già dichiarata di aperta emergenza, con procedure di infrazione. All'opposizione, che fino a meno di due anni fa era maggioranza, dico che se siamo in questa situazione è a causa del loro immobilismo, dell'assenza di volontà di procedere nel ruolo della Regione». Un colpo davvero basso al quale replica il deputato Pd e candidato alla segreteria del Lazio, Enrico Gasbarra. «La destra regionale, incapace di gestire l'emergenza rifiuti, prima fugge dalle responsabilità, nominando commissario il prefetto, poi va in Consiglio con un piano vuoto. Messa alle strette dall'azione politica dei consiglieri regionali di opposizione, ricorre al vecchio giochetto dello scarica barile tirando in ballo addirittura l'ex sindaco Veltroni». Al di là delle polemiche, che fanno già annunciare ai Verdi un referendum abrogativo del piano appena varato, lo "stato maggiore" del Pdl si stringe intorno alla Polverini. Dal presidente dei deputati Pdl, Cicchitto: «Finalmente anche il Lazio, grazie al lavoro del centrodestra, si dota di un piano moderno che prevede un ciclo integrato di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti che scongiura il rischio di infrazioni da parte dell'Unione Europea»; all'eurodeputato e vice coordinatore regionale Pdl, Alfredo Pallone: «Adesso finalmente il Lazio approda in Europa». Anche il sindaco Alemanno, che pure aveva avuto più di uno scontro sul piano rifiuti, ha gridato alla fine di «15 anni di immobilismo. Ora è tempo di archiviare il passato e rimboccarci le maniche, sostenendo il prefetto Pecoraro nei suoi sforzi, e dando attuazione a questo nuovo Piano Rifiuti».

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