Sarà un'altra giornata di cori e striscioni.
Migliaiadi tassisti italiani, napoletani e romani in testa, si ritroveranno di nuovo al Circo Massimo alle ore 10, in attesa di capire se il governo Monti farà un passo indietro sulle liberalizzazioni. Ieri, alla fine di una giornata ad alta tensione, da Palazzo Chigi è uscito un testo che non accontenta i sindacati dei tassisti. Un documento senza sostanziali modifiche (rispetto all'originale), tranne alcune parti riguardanti i Comuni. Così, podo dopo le 20, il leader di Unitaxi Loreno Bittarelli è uscito da piazza Colonna e, circondato da qualche migliaio di colleghi, ha annunciato che la trattativa è rinviata ad oggi. Fischi e petardi. Poi col megafono ha spiegano: «Domani (oggi, ndr) valuteremo e faremo le nostre controproposte e poi verremo convocati nel primo pomeriggio». In pratica, spiegano, il parlamentino dei sindacati si riunirà per produrre un documento, subito sarà condiviso con i tassisti riuniti al Circo Massimo e nel pomeriggio sarà presentato a Monti. «Spero che elaboreremo una proposta unitaria», ha aggiunto Bittarelli, riferendo che il governo sarebbe «disposto a fare una pausa di riflessione nel caso si valuti che le liberalizzazioni non servono». Ma i tassisti non sono soddisfatti. In particolar modo quelli venuti da Napoli che iniziano a insultare il sindacalista. «Sei un servo», ha urlato uno di loro. ««Non vanno bene i facinorosi come te - ha risposto Bittarelli - A me non mi impaurisce nessuno, neanche te». Il clima si è scaldato, alcuni napoletani hanno cercato di accerchiare il sindacalista che ha preso la via di casa prima che la protesta potesse degenerare. C'è stato però il tempo per l'ultima minaccia. «Noi domani (oggi, ndr) non lavoriamo e siamo qui a protestare - si sbraccia un tassista di Napoli - ma non vogliamo vedere in giro nessun taxi del 3570, hai capito?». Insomma, oggi si preannuncia un'altra giornata calda. Anche perché le stesse sigle non sembrano unite. Unica Cgil Taxi attacca il governo «che resta sulle sue posizioni». Per la Cisl di Roma «è stato fatto un passo in avanti con il nuovo documento». Mentre per la stessa Cisl (Sitan-Atn), ma di Napoli, da stasera «è sciopero a oltranza, devono eliminare la riforma del settore dal decreto legge».