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Medicine fascia C «Le farmacie non fanno sconti»

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Federfarmasi dice pronta al confronto. Le parafarmacie vanno all'attacco: le farmacie non fanno gli sconti previsti sui farmaci di fascia C. E il Codacons annuncia: stiamo organizzando un ricorso collettivo al Tar e alla Corte Costituzionale di tutte le parafarmacie ed i farmacisti non titolari di farmacia. Tra i (pochi) soddisfatti si esprime Federdistribuzione, cioè la grande distribuzione: il governo sta andando nella giusta direzione. I più scontenti sono parafarmacisti e giovani farmacisti non titolari. A Roma, stando alla bozza, potrebbero aprire 199 nuove farmacie. Saranno la fine delle parafarmacie, che potranno vendere solo una piccola parte dei farmaci di fascia C, il 2,21% del fatturato di questa fascia, che nel Lazio è di 231 milioni di euro, soldi sborsati di tasca dai cittadini perché le medicine di questa classe non sono rimborsate anche se serve la prescrizione medica. È questo l'allarme lanciato ieri dal Coordinamento nazionale delle Parafarmacie-Forum nazionale parafarmacie, Anpi e Mnlf nel corso una conferenza stampa. «La bozza sulle liberalizzazioni ne decreta il fallimento per legge» per Giuseppe Scioscia (Forum), Massimo Brunetti (Anpi) e Vincenzo de Vita (Anpi). «Con le indicazioni attese dall'Aifa per "delistare" i farmaci di fascia C che potranno essere venduti in parafarmacia - hanno detto - in realtà la lista dei farmaci vendibili sarebbe minima». E se a quanto già disposto dal decreto "Salva Italia" si aggiunge il Dl nella forma circolante, con l'apertura di oltre 5mila farmacie, 199 solo a Roma, si decreterebbe la fine dell'esperienza delle parafarmacie costrette a chiudere non potendo reggere la concorrenza». E addio sconti. Come sta succedendo. Dallo scorso 28 dicembre, per effetto del decreto "Salva Italia" (art.32 comma 4), è possibile introdurre per la prima volta sconti anche sui farmaci di fascia C ma, dicono Scioscia, Brunetti e De Vita «le farmacie non lo stanno facendo». In conclusione «i provvedimenti messi in campo dal governo avranno solo l'effetto di togliere dalla distribuzione del farmaco il canale alternativo e concorrente alla farmacia. Una marcia indietro che azzera la sana ventata di concorrenza introdotta nel 2006 col decreto Bersani».G. M. Col.

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