Troppe farmacie, altro che concorrenza
GiuseppeScioscia, presidente del Forum italiano delle farmacie non convenzionate, titolare della parafarmacia Salus a Corso Vittorio, bolla le indiscrezioni sulla «retromarcia del governo sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, intenzionato invece a moltiplicare le farmacie, una ogni 3 mila abitanti». Lunedì Scioscia sarà in conferenza stampa del Coordinamento nazionale parafarmacie, contrarie ad abbassare il tetto che regola l'apertura delle farmacie in base al numero di abitanti. E sono contrari alla bozza anche i farmacisti. «Oggi il tetto è di 4-5mila abitanti, a secondo delle zone - spiega Scioscia - se scendesse a 3 mila, come vorrebbero, le 17mila farmacie diventerebbero 20mila o forse anche di più. Un mazzata per le parafarmacie, destinate a chiudere soprattutto nei piccoli centri». Se andrà così «la liberalizzazione è a un punto morto - sintetizza Scioscia - senza due canali di vendita non c'è liberalizzazione e i prezzi non scendono». Oggi le parafarmacie sono 3.700 in Italia, di cui 300 nella grande distribuzione, circa 350 nel Lazio. La liberalizzazione è a un punto morto anche per il presidente del Forum delle farmacie del Lazio, Andrea Chirico, titolare della parafarmacia in via Cavour 112. Per Chirico «il concetto che la liberalizzazione sia avvenuta è passato solo nell'opinione pubblica. Invece siamo allo stallo» dopo che L'Aifa ha fatto ciò che gli era stato chiesto di fare. «Ha stilato la mappa delle molecole che possono essere vendute fuori dalle farmacie - spiega - ma ora aspetta che si pronunci il ministero». Ma Chirico pensa che non lo farà. «E questo perché - profetizza - nessuno vuole prendersi la responsabilità delle molecole "declassate", di fronte a eventuali effetti collaterali di farmaci venduti al di fuori delle farmacie». È "guerra", anche di parole. «I farmacisti hanno fatto passare l'idea che nei supermercati l'aspirina sia venduta coi broccoli ma non è così - torna a parlare il presidente nazionale del Forum Scioscia - perché nei corner della grande distribuzione c'è il farmacista. E ricordiamo che la fascia C si vende solo su presentazione di ricetta medica». Ha da ridire anche sul «pressing-vendite sul farmacista, ridotto a commesso» ipotizzato dai farmacisti di Federfarma. Lui replica: «Balle, biechi tentativi di screditare la categoria - dice - un collega che lavora al corner di un market è laureato e abilitato come un titolare di farmacia». Sugli sconti bloccati da aziende e governo per i farmaci di fascia C, cui si erano appellati i farmacisti dice: «Fanno ridere che invochino la possibilità di applicare sconti quando furono loro a contestare l'ex ministro Storace che aprì la strada agli sconti per Otc (farmaci da banco) e Sop (senza prescrizione). Quegli sconti i farmacisti non li hanno mai applicati fino al 2006, quando Bersani aprì la strada alla liberalizzazione, furono costretti a arlo per la concorrrenza».