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I tassisti mollano i sindacati E protestano a oltranza

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I due rappresentanti dal sindaco annunciano normalità. Ma non è così

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Esì perché stavolta neanche i sindacati "storici" sembrano poter fermare la protesta dei tassisti. Al di là del presidio sotto piazza Colonna infatti, ancora ieri sera a Termini e Fiumicino i posteggi erano semi deserti. Il funzionamento delle auto bianche era infatti stimato nel 20 per cento. Mentre nella maggior parte dei posteggi capitolini i tassisti presenti spiegavano ai clienti i motivi per i quali non potevano effettuare il servizio, salvo i casi di anziani e di corse dirette agli ospedali. Al di là del merito della protesta, qualcosa nel "potente" sindacato capitolino dei tassisti è cambiato. E non è qualcosa di secondario. Partiamo dall'inizio. Già l'altroieri sera, quando è cominciata la protesta spontanea, il leader dell'Uritaxi invitava a non bloccare la città mentre proprio il "suo" 3570 comunicava di un'assemblea permanente e deviava le chiamate a un'altra cooperativa. Ieri una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Alemanno e dall'assessore alla Mobilità Aurigemma. Curioso che, nonostante le molteplici rappresentanze sindacali delle auto bianche, all'incontro erano presenti soltanto Loreno Bittarelli dell'Uritaxi e Pietro Marinelli dell'Ugl-Taxi. Entrambi al termine dell'incontro hanno dichiarato di aver «accolto l'invito del sindaco Alemanno, a mantenere la calma e a riprendere il normale servizio alla stazione Termini e all'aeroporto di Fiumicino. Quindi, i presidi continueranno a farli i tassisti fuori turno mentre chi è in servizio deve tornare a lavorare». Il Comune, da parte sua, pur rispettando la protesta si è riservato la possibilità di precettare le auto bianche. Poco dopo sempre gli stessi soggetti comunicavano a mezzo stampa che la situazione, soprattutto a Fiumicino, era tornata normale. Peccato che non stato affatto così. Anzi. Tutto fa presumere che il tam tam dei 4 giorni di "sciopero bianco" siano confermati. Almeno fino a lunedì, quando al Circo Massimo si svolgerà l'assemblea nazionale decisa a Bologna tre giorni fa. Caduto nel vuoto anche l'appello della Cisa Cgil di interrompere il presidio sotto palazzo Chigi. La «base» insomma non risponde più ai suoi rappresentanti. Intanto, in Campidoglio si affilano le armi e lunedì verrà presentata una mozione Pdl per dire no alle liberalizzazioni. Il Pd, al contrario si è detto favorevole. Se la protesta o le mozioni serviranno lo vederemo. Certo è che al momento, carte alla mano le liberalizzazioni taxi sembrano impossibile da attuarsi. A spiegarlo Angelo Mele, vice presidente Assodemoscoop e presidente mobilità Assoforum 2007 che, tra l'altro, indica tra le motivazioni quella forse più incisiva: la Costituzione Italiana demanda in materia di mobilità alle Regioni. Un nodo questo che si aggiungerebbe a quello già formato con la recente liberalizzazione degli orari dei negozi per le quali diverse regioni hanno già annunciato ricorso e il Lazio si è riservato.

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