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La tassa galoppa e i servizi frenano

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Stavoltaa fare le pulci alla gestione dei rifiuti della Capitale è l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici del Comune. Secondo il rapporto, negli anni, i romani hanno pagato sempre di più ottenendo un servizio sempre minore. Nel mirino dell'Authority, in particolare, ci sono gli anni di gestione di Franco Panzironi, amministratore delegato fino a pochi mesi fa e oggi nel mirino della Procura di Roma in un'inchiesta che ruota attorno a una Parentopoli di assunzioni. «In cinque anni la tariffa per i rifiuti è aumentata del 50% senza conseguire analoghi miglioramenti in termini di qualità del servizio e di risultati ambientali», spiegano dall'agenzia che sottolinea anche che «gli obiettivi contrattuali previsti per il 2007-2010 per l'igiene del suolo sono stati raggiunti solo a settembre 2010». Per questo l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune, in vista del rinnovo contrattuale prevede anche la possibilità di rivedere il sistema dei controlli da parte del Comune e anche premi e sanzioni «proponendo di rivedere il meccanismo di partecipazione dell'amministrazione capitolina alla programmazione pluriennale economico-ambientale dello sviluppo del servizio e, quindi, i criteri di regolazione (qualitativi o quantitativi), gli obiettivi e i livelli di servizio, il sistema dei controlli ed eventuali premi e sanzioni». L'Authority effettuerà «uno specifico approfondimento sull'andamento nel tempo degli indicatori di qualità erogata» dall'Ama spa e «sul relativo sistema di monitoraggio e controllo, al fine di fornire all'Assemblea Capitolina la necessaria base tecnico-conoscitiva per le future scelte» vista la progressiva divergenza tra modalità effettiva di erogazione del servizio e vecchi strumenti di verifica previsti dal Contratto di Servizio ormai risalente all'anno 2003. Gli standard sono stati rispettati, continua l'Authority, «solo per i cassonetti per l'indifferenziata, che negli ultimi anni vengono svuotati quotidianamente, anche la domenica». Per i cassonetti blu la fruibilità è stata inferiore agli standard nel 2008, per i bianchi «è stata prevalentemente inferiore agli obiettivi, indicando una frequenza di svuotamento o una numerosità e distribuzione di contenitori insufficiente». Sanza contare che in città ci sono pochissimi cestini: dai monitoraggi si evince che su 5000 strade è possibile trovarli nel 15 per cento dei casi. Infine, anche gli interventi di riparazione o sostituzione di cassonetti danneggiati negli anni hanno rispettato sempre meno gli obiettivi. Fab. Per.

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