L'ira dei tassisti: stop di quattro giorni
L'assemblea di Bologna, di mercoledì scorso aveva stabilito dei paletti chiarissimi: incontro a Roma, al Circo Massimo lunedì 16 dove decidere, eventualmente, lo "scioglimento" dei turni a partire dal 17. Alle 12 di ieri poi l'ex "falco" Bittarelli, presidente dell'Uritaxi aveva lanciato un appello ai colleghi «Non bloccate le città: faccio un appello ai tassisti di Napoli e a quelli di tutta Italia, nel rispetto di quanto deciso a Bologna nella riunione del parlamentino nazionale dei taxi. Non bloccate le città. Farlo significa prestare il fianco a chi ci attacca e all'opinione pubblica». Otto ore dopo invece scoppia il caos nei due punti nevralgici: stazione Termini e aeroporto Fiumicino. E ieri notte un tam tam tra tassisti invitava a uno sciopero bianco di quattro giorni. Questo significa che fino a lunedì saranno giornate di passione. Vedremo se, come nel 2006, le auto bianche paralizzeranno ancora una volta la Capitale. Oggi, intanto, ci sarà un presidio a Palazzo Chigi. Ma perché accelerare la protesta selvaggia, senza preavviso e gettando nel caos centinaia di persone? A scatenare il panico una bozza del decreto sulle liberalizzazione taxi e una voce, non confermata, dell'inserimento di questa in un fantomatico decreto milleproroghe. Da Bologna a Napoli, fino a Roma, dove in serata sono cominciate le assemblee spontanee e ad annunciarlo, curiosamente, è proprio Bittarelli: «In queste ore si stanno tenendo in tutti i posteggi d'Italia - spiega il presidente del 3570, Loreno Bittarelli - perché i tassisti sono preoccupati, il Governo non li riceve e quindi in alcuni casi hanno deciso di fermarsi: sono in assemblea spontanea e sicuramente c'è un po' più di gente del solito in attesa dei taxi. Non stanno assolutamente bloccando il traffico e io mi sto sgolando per evitarlo, ma la categoria è accusata di essere il problema dell'Italia e quindi è esasperata». Il segretario di Ugl Taxi, Pietro Marinelli, ha poi detto che «all'aeroporto di Fiumicino c'è un'assemblea spontanea con circa 1.500 persone che, tuttavia, stanno lavorando: mentre aspettano il loro turno partecipano all'incontro, ma non ci sono disagi né per il servizio né per la circolazione». Le cose, tuttavia, non stanno proprio così. Il disagio al traffico non c'è stato perché, a differenza del 2006, le auto bianche non sono partite dai posteggi, tranne nei casi di persone anziane e per corse verso gli ospedali, ovvero per i servizi garantiti per legge. Onde evitare, ovviamente denunce. Difficile chiamare un taxi anche per telefono: il 3570 risponde che è in assemblea e dirotta le chiamate su un altro numero solo per i servizi garantiti dalla legge. Altre compagnie non rispondono o sono occupate. Con il lumicino le cooperative e i tassisti che accettano le corse. Dietro tutto questo però c'è non solo la presunzione di una casta che tiene in ostaggio la Capitale ogni volta che si propone una riforma ma una lotta tra sindacati che, anno dopo anno finirà per cannibalizzare l'intera categoria. Il presidente dell'Uritaxi avrebbe voluto organizzare un'assemblea per sabato, poi la decisione del "parlamentino" di Bologna di riunirsi lunedì sempre a Roma avrebbe in qualche modo messo da parte i "vecchi falchi". Una lotta interna ed esterna. Il rischio è che stavolta l'esito sia squisitamente suicida. La crisi economica nel 2006 non c'era.