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Enrico Tonali L'ippica ha mostrato i muscoli ieri a Piazza Montecitorio con duemila operatori a denunciare un settore allo stremo.

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Inmattinata c'è stata all'Hotel Plaza – nella grande stanza in cui scomparve nel 1945 Pietro Mascagni, compositore de «La Cavalleria Rusticana» – una sfilata di politici pro-ippica nella conferenza stampa organizzata dal Comparto composto dalle più importanti sigle di galoppo e trotto. Ha aperto il senatore Tomassini (fondatore del Gruppo Parlamentari Amici del Cavallo, 200 soci) che ha criticato la passata miopia politica nei confronti del settore, le devianti slot-machine che sottraggono risorse, l'aberrazione di un redditometro sui cavalli. L'onorevole Brandolini ha comunicato che lunedì verrà presentato un emendamento al Decreto Milleproroghe che ripeschi la Legge 185 e i suoi 150 milioni all'ippica. La presentazione potrebbe slittare di un giorno, comunque per giovedì 19 è stata convocata alla Commissione Agricoltura della Camera la presidente degli Allevatori di Galoppo, Bezzera. Intervento dell'onorevole Marinello su un'interrogazione ai ministri dell'Economia e delle Politiche Agricole (competenti, attraverso Monopoli e Assi, per scommesse e mondo del cavallo) che avrebbe dovuto avere una risposta nel pomeriggio, poi rimandata di una settimana. Infine il senatore Vitali ha consigliato l'apertura immediata di un tavolo di discussione con il ministro Catania (Politiche Agricole) per la riorganizzazione del settore e l'onorevole Oliverio ha chiarito la tempistica (oltre un mese) per l'eventuale accoglienza dell'emendamento al Milleproroghe. Altre promesse – dopo quelle di ieri dei Monopoli, che ora reclamano soldi pregressi dalle ricevitorie ippiche – che hanno lasciato perplessi molti. «Prima di riaprire attendiamo che queste buone intenzioni - emendamento, abbassamento del prelievo, progetto di una nuova ippica - si concretizzino almeno in documenti», ha spiegato Tommaso Grassi, presidente dell'ippodromo di Capannelle che il 22 dicembre ha omologato il concordato con il Comune, sanando le pendenze economiche e lunedì firmato la convenzione con l'Assi per il prosieguo dell'attività. Dopo i Monopoli anche Assi (per bocca di Ruffo) si è dichiarata disponibile ad abbattere di un 2,5% il prelievo sui giochi ippici, purchè il Ministero dell'Economia riveda pure lui le imposte sugli introiti dell'ente. Animi surriscaldati sotto Montecitorio (già ai bordi della conferenza al Plaza c'era stato il replay di quanto accaduto giorni fa all'Assi con una mezza aggressione al proprietario romano di galoppo Masini) che dopo qualche ora sfociavano in un paio di tafferugli tra polizia e dimostranti cui è arrivata la solidarietà dal Dubai del top-jockey Mirco Demuro (di Marino) e degli onorevoli Frassinetti e Carra, mentre sono in agitazione anche gli ispettori ippici antidoping. In piazza i proprietari Limata, Rosati (allevatore di rango internazionale), Riccitelli, gli allenatori Pessi, Menichetti, Contu, Pucciatti, Bietolini, Betti, Candi, Botti, il fantino Marcelli, i driver Minnucci e Andreghetti, una forte rappresentanza del trotto di Tor di Valle capeggiata da Roberto Faticoni presidente dei guidatori capitolini. O

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