Tante presenze e pochi voti Le magagne capitoline

Apartire dagli altri tre "recordman" delle 97 presenze: Andrea De Priamo e Valerio Cianciulli (Pdl) e Dario Nanni (Pd). Per quanto riguarda i frequentatori meno assidui del Palazzo Senatorio invece, oltre al sindaco (19 presenze), troviamo i consiglieri Francesco Rutelli dell'Api (57 presenze); Marco Siclari (Pdl) e Francesco Storace (64). Il resto si attesta sopra le 70 firme e, la maggior parte, tra le 80 e le 90 presenze. Possibile allora che con un'affluenza comunque alta dell'aula, considerato che il consiglio si riunisce due volte a settimana si vada quasi sempre in seconda convocazione per mancanza del numero legale? La «magagna» allora è tutta nel dato delle votazioni più che in quella delle presenze. Anche se, è bene chiarire, il non votare una delibera è un atto politico non solo lecito ma in molti casi strumentale sia alla maggioranza sia all'opposizione. Non a caso le percentuali più basse dei 5.390 provvedimenti votati si trovano proprio tra i banchi delle opposizioni. La percentuale più bassa spetta a Rutelli con lo 0,59% degli atti votati, seguito da Monica Cirinnà (4,40&) e da Storace: il leader de La Destra chiude il 2011 con il 4,88% degli atti votati, poco più del suo capogruppo Dario Rossin che a fronte di 73 presenze risulta aver votato il 5,05% delle delibere. Ancora, percentuali a una sola cifra per il vice presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti (Pd) con il 7,20% delle votazioni a suo carico; si ferma all'8,98% il capogruppo di Roma in Action, Andrea Alzetta. Fermi al 9% invece Paolo Masini (90 presenze) e Antonio Stampete, entrambi del Pd. Difficile trovare votazioni oltre il 20%, mentre nello scorrere le precentuali dei consiglieri di maggioranza, la media supera in molti casi il 90%. A fare notizia però è quel 19,70% di Pasquale De Luca, appena passato dal Pdl all'Udc e altri numeri che seppure abbastanza alti se paragonati al resto del Pdl possono indicare un certo malessere. Tra questi Siclari (29,87%); La Fortuna (46%), Mennuni (42%), Torre (49%); Casciani (47%). E in politica vale sempre più il voto della presenza.