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Shopping e orario fai-da-te Arrivo l'elenco dei negozi

Shopping in via del Corso

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Obbligo di comunicazione al Campidoglio, tramite i Municipi, per i negozi e gli esercizi pubblici che decideranno di rimanere aperti, rispettivamente, dopo le 22 e le 2 di notte. È questa la prima misura che prenderà nei prossimi giorni la forma di un'ordinanza, adottata dall'assessorato capitolino al commercio sul tema della liberalizzazione degli orari già in vigore. Nelle zone della movida servirà a garantire sicurezza e ordine pubblico durante le ore notturne. I negozi al dettaglio, dal canto loro, vedono la liberalizzazioni degli orari come un pericolo temendo di essere schiacciati dalla grande concorrenza che, a loro dire, ha altri mezzi per poter sfruttare l'occasione di restare aperta oltre il normale orario. C'erano una quindicina di associazioni ieri, tra commercianti e consumatori, al tavolo convocato dall'assessore al commercio Davide Bordoni che ha voluto ascoltare le posizioni di tutte le parti coinvolte, in maniera diretta o indiretta, nell'applicazione della norma. Un fatto che, piccolo retroscena, non è andato proprio giù alla Confcommercio e alla Confesercenti, che hanno avuto da ridire sul perché fossero stati convocati i consumatori e non sono state soddisfatte dell'incontro con l'assessore. Bordoni va avanti, ma con cautela. Sa bene che questa liberalizzazione rischia di creare una spaccatura ancora maggiore tra piccola e grande distribuzione (anche se la Legacoop ha avanzato il dubbio che i centri commerciali saranno disposti a cambiare i normali orari di apertura), ma riflette e fa riflettere su un fatto: prima di tutto non è un obbligo per i commercianti, semmai un'opportunità, e poi potrebbe anche essere sfruttata al contrario perché chi l'ha detto che un negoziante che lo ritiene conveniente non possa ad esempio decidere di aprire a mezzogiorno o chiudere magari alle 16, a seconda dei casi? Semmai il problema sarà farci capire qualcosa ai cittadini. E per questo, proposta che non dispiace, per esempio, alla Confcommercio, durante l'incontro si è anche ragionato sulla possibilità di valutare la funzionalità dell'apertura prolungata in base alle caratteristiche delle diverse zone della città. Si potrebbero dunque organizzare aperture straordinarie in alcune strade, da legare a eventi oppure occasioni particolari con l'impegno che il Comune le pubblicizzi in modo adeguato e si occupi di potenziare i servizi necessari. L'input in ogni caso deve venire dalle associazioni di categoria. Il passo successivo, ora, è il tavolo con la Regione in programma il 20 gennaio, dove si cercherà una linea comune sulle liberalizzazioni. La governatrice Renata Polverini sta vagliando ancora il ricorso alla Corte Costituzionale.

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