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Medicine al supermarket? «Un regalo alle coop»

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«I pazienti diventeranno portafogli da spremere»

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E«trasformare i pazienti in portafogli da spremere». «Senza creare la sbandierata occupazione» perché «i licenziati saranno più dei nuovi occupati nei supermercati», questa è la profezia. Altro che liberalizzazioni per favorire libera concorrenza e sconti. I titolari delle 750 farnacie di Roma e provincia hanno il dente avvelenato e le idee chiare sul futuro, se i farmaci di fascia C (psicofarmi, anticoncezionali, farmaci per la disfunzione erettile ecc.) saranno venduti insieme a detersivi e biscotti. «In nessun Paese al mondo i farmaci di fascia C soggetti a prescrizione medica sono venduti al di fuori delle farmacie, solo in Italia, probabilmente sotto la spinta delle catene della grande distribuzione» è la premessa. E poi si gioca sporco con le parole. «Si parla di liberalizzare ma si marcia dritti verso il monopolio, io sono pronto a vendere alle multinazionali» dice Gianluca De Filippis, quarta generazione di farmacisti a via Portuense 525 aperta 24 ore. Un amaro destino, anche per un colosso come la farmacia a piazza Igea. E non solo dei piccoli che ordinano i farmaci su richiesta dei pazienti perché coi tempi lunghi dei rimborsi (fino a un anno invece di 30 giorni) non ce la fanno ad avere tutte le medicine di fascia A nei cassetti. Sono convinti che «saremo schiacciati dalla grande distribuzione» che «paga le tasse a forfait» e ottiene maxi sconti grazie alle grandi quantità ordinate. «Ma chi ci crede che si voglia favorire gli acquirenti?» si chiedono Luciana e Carla Francone, titolari della farmacia aperta 24 ore a viale Trastevere 80. «Il prezzo dei farmaci Sop e Itc è libero. Quello in fascia C è bloccato ma dalle aziende e dallo Stato, mica da noi farmacisti. Dateci la possibilità di fare sconti, come ha fatto Storace» è l'appello di Fabio Facciolà della storica farmacia in via Ettore Rolli. E se passa l'apertura al grande capitale il monopolio è assicurato. Oggi non si possono avere più di 4 farmacie. E in futuro? «Nel 2006 il grande capitale aveva soldi per acquistare 4 mila delle 18 farmacie italiane» ricorda De Filippis. Per l'occupazione sarebbe un tonfo. Non sarà favorita ma penalizzata. «Se ognuna delle 18 mila farmacie licenziasse una persona ci sarebbero 18 mila disoccupati in più contro sole 7mila nuove assunzioni» dice il dottor Maurizio Sarcinelli, della farmacia a piazza Sonnino, alla Lungaretta conosciuta come Sant'Agata. E poi quando di notte ti viene il "cagotto" vai a comprare Imodium al supermercato alla quattro di mattina se lo trovi aperto. «Lo stemma che abbiamo sul petto è una croce al merito - parla ancora Luciana Francone - a Londra ci sono solo 2 farmacie notturne a Roma 60«. E poi va salvata l'indipendenza del farmacista? Ma ve l'immaginate il pressing per le vendite sul farmacista. «Le medicine non sono un bene commerciale qualunque» conclude Francone che ricorda che «in America ci sono 100 mila morti l'anno per abuso di farmaci».

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