«Concorrenza e posti di lavoro solo aprendo nuove farmacie»
Neè convinto Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, l'associazione di categoria che raggruppa la gran parte delle farmacie comunali italiane. Molto presto Assofarm presenterà un documento al governo con le proprie proposte in tema di liberalizzazioni, ma una cosa viene messa subito in chiaro: l'allargamento del mercato non può passare soltanto attraverso la riforma della vendita dei farmaci di fascia C. «C'è solo un modo per liberalizzare veramente il mercato - spiega Gizzi - ed è quello di consentire l'apertura di nuove farmacie. La nostra proposta è liberalizzare veramente il mercato, ampliando la concorrenza e incentivando la professionalità». Nel mirino finisce il «doppio canale» costituito da farmaci di fascia A e di fascia C, la vendita dei primi non verrebbe liberalizzata, quella dei secondi sì. «Perché questo doppio binario? Ha ancora senso la distinzione?», si chiede il presidente di Assofarm, che aggiunge: «Per ricreare un equilibrio sul mercato bisogna allargare la liberalizzazione ai medicinali di fascia A, che oggi possono essere venduti solo in farmacia. Non si crea concorrenza consentendo l'apertura di parafarmacie, ma favorendo l'iniziativa di chi vuole aprire nuove farmacie». Gizzi pone una serie di quesiti: «Perché non si pone un tetto sul reddito delle farmacie, ad esempio 500mila euro? Così chi incassa ogni anno un milione dovrebbe aprire due farmacie. Inoltre, perché le farmacie si trasmettono per via ereditaria? Servono nuovi criteri per garantire la concorrenza. Perché i Comuni che vogliono vendere una farmacia comunale non effettuano gare a evidenza pubblica?» Per Gizzi inoltre «bisogna salvaguardare e incrementare la professionalità di chi lavora in farmacia, in modo tale da lasciare il cittadino libero di scegliere dove servirsi. Liberalizzare i farmaci di fascia A consentendo l'apertura di nuove farmacie creerebbe anche tantissimi posti di lavoro».Dan. Dim.