L'Antitrust boccia il restauro del Colosseo
Sono «solo» osservazioni. Ma quando si parla del Colosseo anche lo sbriciolamento di un po' di tufo, come accaduto il 25 dicembre, diventa subito un rischio crollo. Ciò non toglie, tuttavia che il parere dell'Antitrust sul restauro targato Tod's pesa come un macigno sui lavori che, ancora, non cominciano. Ad annunciare in pompa magna la «bocciatura» dell'Authority è stato Codacons, l'associazione dei consumatori che ha presentato il ricorso (anche al Tar, che si deve ancora pronunciare). Da un punto di vista tecnico è presto per mettere una pietra tombale all'avvio di queli lavori indispensabili per uno dei monumenti più preziosi al mondo. Dal punto di vista politico, al contrario, le conseguenze sono ben più immediate. Non ci sta il sindaco Alemanno che già aveva definito i ricorsi «atti criminali» e che ieri è tornato a puntare il dito sul sistema tutto italiano che vede bloccare opere indispensabili, anche per anni. «Bisogna farla finita con i ricorsi e le capziosità giuridiche: credo che alla fine le sentenze saranno favorevoli e quindi è solo una perdita di tempo fine a se stessa - dice Alemanno - quella dell'Antitrust è solo un'osservazione e non un'indicazione di carattere cogente. Questa è una sorta di battaglia ideologica contro un gruppo che, dopo una gara pubblica a bando europeo, mette a disposizione 25 milioni in sponsorizzazioni per i restauri. Chi oggi si avvale di tutti i possibili cavilli giuridici e procedimentali per rinviare questo restauro si assume una gravissima responsabilità rispetto alla conservazione di questo eccezionale monumento e crea un oggettivo danno alla città di Roma. Mi appello al senso di responsabilità da parte di tutti per giungere il più presto possibile all'apertura dei cantieri per il restauro del Colosseo in un clima di assoluta trasparenza e correttezza dell'azione amministrativa». Un appello alla responsabilità, quello del sindaco, tuttavia caduto nel vuoto. L'opposizione, dal Pd al leader dell'Api, Rutelli, attaccano a tutto campo il Campidoglio. «Se confermate le notizie sulla gara del Colosseo, si tratterebbe di una sorprendente improvvisazione - commenta in una nota il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli - si dimostrerebbe un pasticcio tecnico-amministrativo da parte dei Beni Culturali e del Comune di Roma». In pochi, tuttavia, sembrano tener conto della nota di precisazione del commissariato alle aree archeologiche. «L'Antitrust ha trasmesso alcune riflessioni sugli effetti anticoncorrenziali sulle modalità e tempistica seguite per l'individuazione dello sponsor per i lavori da compiere sul Colosseo, raccomandando, per il futuro, di tenere conto dei principi enunciati. Il percorso seguito dalla struttura commissariale - precisa ancora la nota - si è svolto nel pieno rispetto degli adempimenti pro-concorrenziali e di trasparenza-pubblicità dell'azione amministrativa previsti dal Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture, per quei contratti che sono esclusi, come lo è la sponsorizzazione, dall'applicazione del Codice medesimo». Spetta poi all'assessore alla Cultura, Dino Gasperini ribadire ancora una volta, soprattutto a Rutelli: «È evidente che al consigliere Francesco Rutelli le vacanze alla Maldive fanno male: gli ricordiamo che non esiste nessuna intesa fra Roma Capitale e Tod's, dato che il Colosseo non rientra fra i beni gestiti dal Campidoglio. Che un ex sindaco di Roma ed ex Ministro ai Beni Culturali non abbia contezza di quali beni ha amministrato durante i sui mandati, la dice lunga sul perché oggi stiamo con i tempi stretti e perché il Colosseo abbia tutti questi problemi». La polemica tuttavia sale di tono e in serata il gruppo Tod's di Diego Della Valle ribadisce che «il supposto sfruttamento commerciale» della sponsorizzazione per il restauro del Colosseo «è un fatto che non esiste e assolutamente contrario, per quanto ci riguarda, allo spirito dell'iniziativa». Quindi il gruppo Della Valle chiarisce: «Il comportamento tenuto dal commissario delegato e dalle autorità che hanno partecipato alla definizione dell'accordo è stato, nei confronti del gruppo Tod's, di assoluta chiarezza e corretezza». Il gruppo di Della Valle indica anche che è stato già provveduto «a depositare una fideiussione di oltre 10 milioni di euro a garanzia del pagamento della prima tranche dei lavori di restauro». Soldi che, aggiunge la nota, «ci auguriamo vengano impiegati quanto prima per restaurare un monumento che rappresenta l'Italia nel mondo e che ne ha tanto bisogno». I soldi ci sono. E in un periodo di crisi dovrebbe essere l'unica cosa davvero importante.