Duplice omicidio, emessi due fermi
La Procura ha emesso un decreto di fermo nei confronti di due persone magrebine ricercate per l'omicidio-rapina del 4 gennaio quando sono state uccisi il cittadino cinese Zhou Zheng, 31 anni, e sua figlia Joy, di nove mesi al quartiere di Tor Pignattara. I due presunti killer sono ancora ricercati ma pm e investigatori si dicono "certi del loro rintraccio". Gli inquirenti chiedono comunque il massimo riserbo sulla vicenda. Caccia a due killer magrebini "Siamo certi del rintraccio di chi ha agito a Torpignattara. In questo momento bisogna solo lasciar lavorare chi indaga. Abbiamo deciso di dare notizia della emissione del decreto di fermo, nei confronti di due persone, perché è un dato certo che può aiutare nel trovare questi soggetti". Così ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Pierfilippo Laviani, che insieme con il pm Annamaria Teresa Gregori, coordina gli accertamenti sull'omicidio del commerciante cinese Zhou Zeng e della figlia Joy avvenuto a Tor Pignattara. I carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci hanno anche sottolineato che "per non dare vantaggi" si rende necessario non confermare le notizie rispetto ai legami che gli indagati hanno o avevano. Chi gli sta dando la caccia da cinque giorni è partito dalle immagini sgranate di una videocamera della videosorveglianza di una banca al Prenestino. Poi a quelle facce è stato dato un nome. E "fondamentali" sono stati gli esami del dna sui reperti rinvenuti. Lo scenario, comunque, il quadro complessivo di quel che è avvenuto e del perché "sarà chiarito solo una volta che verranno presi coloro che hanno agito". Indagine a rischio per fuga di notizie "Non possiamo escludere che la propalazione di notizie di questi giorni abbia contribuito ad agevolare la fuga dei due ricercati". Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri, bacchetta così gli organi di stampa che si occupano del duplice omicidio di Torpignattara del 4 gennaio scorso. "Avevamo chiesto a tutti di pazientare 48-72 ore, ma evidentemente non è stato possibile. Ora - è l'appello di Mezzavilla - chiediamo di poter lavorare in serenità: l'indagine è delicata perché mette in gioco la credibilità del nostro Paese nei rapporti con la Cina". I due magrebini, su cui pende un decreto di fermo della procura, risultano senza fissa dimora.