Duplice omicidio, caccia ai killer di Tor Pignattara
È una corsa contro il tempo quella dei carabinieri, che stanno tentando di individuare, setacciando a Roma ogni quartiere, gli assassini del cittadino cinese di 31 anni, Zhou Zeng, e di sua figlia di nove mesi Joy. A ucciderli mercoledì scorso, nel quartiere di Tor Pignattara, sarebbero stati due giovani maghrebini pregiudicati. Rapinatori non professionisti, che dopo gli omicidi, presi dal panico, avrebbero lasciato inconsapevolmente tracce un pò ovunque, abbandonando lo scooter e i loro caschi e lasciando le due borse sottratte davanti a un casolare a due chilometri dal luogo del delitto. I killer sono stretti nella morsa dei controlli: ci sarebbe un loro identikit e per gli investigatori avrebbero già un volto e un nome. Una corsa contro il tempo per scongiurare il rischio di una loro fuga all'estero. Una delle due borse abbandonate, quella della donna, era vuota, mentre l'altra era quella del 31/enne e conteneva 16mila euro in banconote macchiate di sangue: potrebbe essere proprio questo uno dei motivi che li ha indotti ad abbandonare la refurtiva. Le loro tracce, tra cui impronte e Dna, sono state lasciate un pò ovunque. Ma i rapinatori sarebbero stati ripresi anche da alcune telecamere durante la loro fuga. E il cellulare nella borsa, inoltre, ha funzionato da 'antennà per gli investigatori, che hanno ricostruito tutto il percorso della loro fuga fino al casolare. Il pasticcio di due rapinatori 'inespertì, insomma, finito nel sangue, con la tragedia che ha distrutto un'intera famiglia. Gli investigatori stanno anche tentando di capire se gli assassini possano essere stati informati da qualcuno sul fatto che Zhou Zengh, il 31/enne ucciso, avesse con sè quella sera la grossa somma di denaro legata all'attività di money-transfer, i cui clienti non sono comunque soltanto extracomunitari cinesi. Nella Capitale sono intensi i controlli dei carabinieri, con diversi posti di blocco e pattugliamenti capillari. Oggi all'Arma nella Capitale si sono aggiunte altri 400 uomini assegnati in base al terzo patto per Roma Sicura e dislocati nei quartieri della periferia romana. Dalla morsa dei controlli alle lacrime. Zenzh Lia, la mamma della piccola Joy, non riesce proprio ad accettare che la morte di sua figlia e di suo marito. A 24 ore dalla notizia della morte dei suoi cari è ancora sotto choc, continua a piangere e ad urlare dal suo letto all'ospedale San Giovanni, mentre i medici e gli psicologi provano a calmarla. Da ieri non ha ancora toccato cibo, imponendo il divieto assoluto alle visite. L'unico che ha potuto andare a trovarla è il fratello, impegnato anche nell'accudire il papà gravemente malato. A Tor Pignattara, il quartiere scosso dal duplice omicidio, c'è ancora commozione. Nel pomeriggio, il sindaco Gianni Alemanno e sua moglie Isabella Rauti si sono raccolti in preghiera sui luoghi della tragedia: davanti al bar gestito dalla famiglia cinese e davanti alla loro abitazione hanno deposto una dozzina di rose bianche e due ceri accesi in ricordo della piccola Joy e di suo padre. Per Alemanno l'intensa azione degli uomini delle forze dell'ordine in queste ore «non si deve fermare neanche dopo la scoperta, che speriamo vicina, degli assassini di Zhou e di Joy, ma deve continuare tutto il tempo necessario fino a quando non ci sarà la certezza che dentro la città di Roma, capitale della Repubblica, non esistono più zone a rischio e territori fuori controllo».