Rifugiati trattati come nababbi Nelle spese pure catering e lavanderia
75euro al giorno per ogni inquilino, 79 persone, più Iva al 4%: il totale, circa 177mila 750 euro al mese che «giustificano» anche i servizi catering e di lavanderia, sarà oggetto di un esposto alla Corte dei Conti annunciato dai residenti, che sollevano obiezioni sulla sicurezza ma anche sulla trasparenza. Il caso è scoppiato a Spallette, nel XV Municipio, zona di recente urbanizzazione tra via Portuense e via della Pisana che ospita, dal novembre scorso e chissà per quanto ancora, il residence di lusso convertito in alloggio temporaneo per minori non accompagnati. Tutto è iniziato a novembre, quando – in piena emergenza – due pullman carichi di profughi provenienti dal Nord Africa sono approdati in via Arzana 67, tre palazzine ed un parco giochi dispersi nel verde. Una zona di recentissima urbanizzazione su cui – almeno stando alle promesse fatte ai residenti, un centinaio di famiglie giovani con figli piccoli – si starebbe puntando per sviluppare un nuovo agglomerato urbano fornito di attività commerciali e servizi. Il residence diventato centro di accoglienza, avrebbe dovuto avere una vocazione turistico-ricettiva anche perché si tratta di un edificio costruito «all'insegna delle più aggiornate tecniche di edilizia sostenibile», con «finiture di pregio, aria condizionata e TV Lcd». Prospettiva abortita sul nascere: prima di possibili acquirenti, è infatti giunta l'offerta della Cooperativa Domus Caritatis, società che si è proposta per gestire il centro percependo, quindi, i fondi destinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'appalto a società esterne, come spiegano dal Dipartimento Politiche Sociali del comune di Roma si è reso indispensabile vista l'enorme quantità di richieste di assistenza: «Il comune non ha più strutture disponibili per i minori – ha precisato il dirigente Angelo Scozzafava – quindi ci avvaliamo della collaborazione di cooperative per individuare nuovi spazi sul territorio». Il plafond di spesa è stabilito e versato dal Ministero, che ha fissato la quota massima giornaliera di assistenza a 46 euro, che sale ad 80 per i minori non accompagnati. Ed è proprio su questo punto che si sono scatenati i residenti. Anzitutto, l'offerta della cooperativa, 75 euro al giorno per persona, di poco entro la soglia: «Questi profughi sono tutto fuorché minorenni – assicurano – lo dimostra anche il fatto che, non essendoci nessuno che controlla, se ne vanno in giro da soli». Per una cifra di poco inferiore, 71 euro al giorno, il Comune è intervenuto drasticamente (riducendo il budget a 21 euro) sulla casa di accoglienza per minori «Enea», che costava 10 milioni di euro per sole 400 persone. Stessa linea del rigore, conferma il vicesindaco Sveva Belviso, è stata scelta per la casa di riposo «Roma 2» a Casal Boccone, 5.300 euro ogni mese per ciascuno dei 69 nonni, chiusa per «spesa scellerata». Poi il costo stesso del servizio: «Sono tutti ammassati e non crediamo che vengano spesi 75 euro per ciascuno altrimenti vivrebbero da nababbi». Effettivamente nel residence di lusso la vita non è tutta rose e fiori: il 19 novembre l'ultimo sopralluogo dell'Asl, contattata dal presidente della Commissione Sicurezza Urbana Fabrizio Santori, parla di «sovraffollamento con rischi igienico-sanitari» perché «alcuni appartamenti hanno fino a dieci posti letto, troppi anche considerati la disponibilità di un solo servizio igienico e il cubo d'aria minimo da assicurare a ciascuna persona». Mentre il gestore della cooperativa, Tiziano Zuccolo, respinge ogni obiezione, «seguire i minori ha costi elevatissimi, provvediamo a tutto, dal vestiario al dentista», Santori è intenzionato a segnalare la sproporzione costi-servizi davanti alla Corte dei Conti.