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Negozianti e tassisti sul piede di guerra

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Leliberalizzazioni messe in atto dal governo Monti rischiano di far precipitare la Capitale in un luogo di protesta perenne. Oltre a stringere la morsa di una crisi che potrebbe farsi ancora più acuta. Per questo, tra i primi punti all'ordine dei lavori del sindaco Alemanno ci sono proprio le liberalizzazioni. A partire da quella che sembra "piovuta dal cielo" degli orari dei negozi e per la quale Confesercenti ha già minacciato la serrata. «Abbiamo programmato da tempo con l'assessore al Commercio, Davide Bordoni un incontro con i commercianti per fare il punto della situazione sulle nuove norme di liberalizzazione - ha detto Alemanno riferendosi all'incontro che si dovrebbe tenere martedì - anche noi, come la Regione vogliamo essere molto prudenti sull'applicazione di queste leggi perché riteniamo che un quadro di regole tuteli sia il piccolo e medio commercio sia i lavoratori che non possono essere esposti a leggi che violano le norme sul diritto del lavoro. Serve attenzione per le opportunità di sviluppo del settore e per i consumatori e faremo di tutto per mantenere delle regole a tutela del commercio». Non sono escluse ordinanze del sindaco per portare un po' d'ordine e rendere la liberalizzazione un po' più "soft" almeno per questo primo periodo e almeno per alcune zone della Capitale, come quelle della movida. Sta tuttavia per aprirsi un fronte ancora più caldo. L'annuncio delle liberalizzazioni dei taxi sta già provocando un vero e proprio terremoto tra i tassisti romani. Capaci di prove di forza in grado di mettere letteralmente in ginocchio la Capitale. «Non siamo una lobby, una corporazione o una categoria di privilegiati, come ci dipingono alcuni organi di stampa - dice il presidente Uritaxi, Loreno Bittarelli - siamo contrari a ogni forma di liberalizzazione dei taxi perché l'esperienza di altri Paesi dimostra che ovunque si è liberalizzato il servizio si è puntualmente verificato un accaparramento delle licenze da parte di chi ha maggiori disponibilità di capitali, creando così una sorta di oligopolio che ha condizionato il mercato, e non liberalizzato». Contro la liberalizzazione taxi si sono espresse anche le altre rappresentanze sindacali del settore, puntando anche, come fatto dall'Assodemoscoop sulla sicurezza del cliente. Liberalizzare solo il commercio significherebbe però penalizzare un solo settore rispetto a quella che si definisce una riforma economica a 360 gradi. Della serie: o tutti o nessuno. Sus. Nov.

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