Cambia la targa di Acca Larentia «Uccisi dall'odio comunista»
«Ilsindaco faccia subito rimuovere la lapide: quel simbolo è un vero e proprio incitamento all'odio» dice il consigliere regionale Fabio Nobile. E mentre l'ex ministro Giorgia Meloni, si appella allo Stato affinché «non smetta di cercare gli assassini, solo così si potrà chiudere la tragica pagina degli Anni di Piombo e costruire sulle vittime una memoria condivisa», alla cerimonia di commemorazione spetta all'assessore ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, e al presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone, rappresentare il Campidoglio. Alemanno preferisce affidare il ricordo a un messaggio: «È corretto mantenere su queste lapidi la dicitura Vittime della violenza politica, andare più nello specifico significa rischiare di ripercorrere una strada di carattere ideologico. Dobbiamo condannare a prescindere la violenza ideologica. Acca Larentia è stata una strage terribile, uno dei momenti più tragici della nostra città. Non ci dobbiamo dimenticare che le persone morte sia di destra sia di sinistra, sono un monito per non ripercorrere la strada della contrapposizione violenta». Messaggi di ferma condanna al clima di odio e violenza degli Anni di Piombo sono arrivati anche dal presidente della Regione, Polverini e della Provincia, Zingaretti. Il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri torna sulla giustizia: «Invece di negare il diritto al ricordo ci si dovrebbe indignare perché ancora non hanno un nome i militanti della sinistra che assassinarono Franco, Francesco e Stefano». Ieri sera invece il comitato di quartiere Alberone, che ha chiamato a raccolta diversi movimenti «antifascisti» tra cui Cobas, Collettivi e Usb ha organizzato un presidio a poche centinaia di metri da via Acca Larentia. Dai manifestanti il triste coro: «10-100-1000 Acca Larentia». Un coro «orrendo», lo definisce il leader de La Destra, Francesco Storace che chiede al centrosinistra di prenderne le distanze, mentre Alemanno parla di «slogan che fanno rabbrividire e devono indurre tutti a riflettere. In particolare una sinistra strabica che vede solo i rischi dell'estremismo di destra». A rispondere è la candidata alla segreteria regionale del Pd, Marta Leonori: «L'estrema destra continua a imperversare». Si tratta di un bel passo indietro. Peccato. Una presa di coscienza da parte della sinistra, per la quale evidentemente il 1989 è stato un anno "normale", aiuterebbe a chiudere i conti con la vera storia e consegnare soprattutto ai giovani una memoria priva di strumentalizzazioni. Una presa di coscienza che la destra è riuscita a fare. Continuare a negare ciò che di sbagliato ha fatto il comunismo nel secolo scorso non fa altro che lasciare una pagina di storia pericolosamente bianca. A vantaggio di chi? Susanna Novelli