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Alemanno perde la pazienza. Il Pd gli dà la colpa

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Mentre procede senza sosta la caccia ai killer di Zhou Zeng e di sua figlia Joy, uccisi a Torpignattara, il sindaco Alemanno invoca una reazione fortissima dello Stato, mentre l'ex sindaco Walter Veltroni sottolinea l'importanza e il ruolo di interventi nel sociale. L'efferato duplice omicidio suscita nel mondo della politica reazioni, polemiche e ricette diverse per affrontare l'ennesima emergenza criminalità che attanaglia soprattutto i quartieri di periferia. «Roma ha ormai perso la pazienza, ci deve essere una fortissima reazione da parte dello Stato», afferma Alemanno, appena sbarcato dall'aereo che, con la famiglia, lo ha riportato a casa dopo un periodo di vacanza in Argentina. «Bisogna che in tutti i quartieri a rischio ci sia un intervento incisivo di carattere preventivo, perquisizioni a tappeto, interventi sistematici, in maniera da fare emergere quel tessuto criminale che è cresciuto in questi ultimi mesi, perchè - scandisce Alemanno - non si deve aspettare che siano commessi i reati, ma bisogna intervenire prima». Non crede invece che la soluzione sia nel solo rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine, l'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni. «Si è pensato che il problema della sicurezza fosse più o meno risolvibile con un aumento del numero dei poliziotti per strada - afferma l'esponente Pd -, mentre non si è invece capito che la principale politica di sicurezza di una città è la politica sociale». Per Veltroni, la responsabilità di Alemanno è di «aver tolto alla città la sua identità». «Io non sono tra i principali estimatori del sindaco però questi attacchi ad Alemanno - commenta il leader della Destra Francesco Storace - sono fuori luogo. Ci sono valori che cadono, si ammazza la gente con troppa facilità, per alcuni la vita non ha più valore e questo è terribile. Controllare una città immensa come Roma è difficile». Per il governatore del Lazio Renata Polverini, il ministro Cancellieri «ha capito perfettamente che una grande capitale come Roma ha bisogno di un'attenzione in più». A suo avviso, «il controllo del territorio deve essere associato ad una visione più completa di quello che accade». Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, invece, attacca la giunta Alemanno sottolineando che «in città c'è percezione di insicurezza e preoccupazione per ciò che potrebbe accadere in futuro. A Roma si paga il prezzo dell'uso demagogico del tema della sicurezza». Anche Zingaretti sollecita più interventi per rafforzare l'associazionismo e la rete di servizi sociali e civici nei quartieri. Ma è il deputato del Pd Enrico Gasbarra ad attaccare nel modo più duro l'amministrazione capitolina: «È fallito il modello-sceriffo di governare la città, quello delle ronde. Per amministrare realtà come Roma bisogna mettere in campo un grande intervento economico-sociale, sul modello di Giorgio La Pira a Firenze. C'è una città impaurita, che ormai fa i conti con una situazione che non può essere affrontata con le frasi di circostanza, i soliti vertici e le polemiche della politica. C'è bisogno di un sussulto delle coscienze, come chiesto dal cardinale Vallini, e interventi concreti». A Gasbarra fa eco il segretario romano del Pd, Marco Miccoli: «Dopo aver passato quasi 4 anni a celebrare con il governo Berlusconi il miglioramento della sicurezza nella Capitale e la baggianata delle ronde e dell'esercito in città, ora Alemanno si accorge che Roma è in mano a bande criminali. Ora per Alemanno il sindaco non può far nulla in tema di sicurezza e tutto va demandato al Viminale: il solito scaricabarile di un primo cittadino che non si assume responsabilità. Sarebbe troppo facile ricordare ad Alemanno lo sciacallaggio che fece nel 2008 dopo l'omicidio Reggiani incolpando Veltroni». Anche il senatore dell'Idv, Stefano Pedica, batte sullo stesso tasto: «Sono letteralmente basito dalle parole di Alemanno. Sembrava di ascoltare un cittadino e non il primo cittadino che si è fatto eleggere proprio per l'impegno che avrebbe dimostrato sulla sicurezza. Ma chi ha firmato il terzo patto per Roma pochi giorni fa? Mi chiedo se questi sono i risultati, allora meglio che si dimetta lui e chi ha firmato quel patto, visto che pochi giorni fa avevo definito quel patto il terzo fallimento. Non ha fatto nulla fino ad oggi, ma solo una criminalità che avanza e morti da piangere. Tanti».

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