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Il Viminale invia 130 agenti a Roma

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Polizia

La Cancellieri convoca le forze dell'ordine «Dimostreremo che lo Stato è presente»

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«Lo Stato è presente e lo dimostrerà». Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha riunito i vertici della sicurezza nazionali e provinciali al Viminale all'indomani del duplice omicidio di Roma ed ha dato indicazioni precise: subito più forze dell'ordine nelle zone a rischio per dare serenità ad una città che sembra preda della violenza. Il sindaco Gianni Alemanno, da parte sua, ha chiesto di fermare le «belve criminali» con «misure emergenziali», mentre il Campidoglio ha proclamato il lutto cittadino per il giorno delle esequie dell'uomo cinese e della figlia di pochi mesi durante una rapina nel quartiere di Torpignattara. Subito 130 rinforzi in città L'escalation di delitti nella Capitale (35 omicidi negli ultimi 12 mesi) non ha lasciato indifferente il ministro dell'Interno, che lo scorso 21 dicembre - uno dei primi atti dal suo insediamento - aveva siglato il terzo Patto per Roma sicura. L'accordo prevedeva l'invio di 400 rinforzi di polizia da dislocare in base ad una nuova mappa delle zone a rischio, quelle a più alto tasso di criminalità. Ieri è stato deciso di accelerare: già da oggi arriveranno così nella Capitale i primi 130 nuovi agenti. Il piano è stato messo a punto nel corso di una riunione in prefettura la mattina con il prefetto Giuseppe Pecoraro, il questore Francesco Tagliente e i comandanti provinciali di carabinieri e finanza; nel pomeriggio è stato portato al Viminale all'attenzione del ministro e dei vertici delle forze dell'ordine. Cancellieri ha dato indicazione per un'ulteriore e decisa intensificazione delle azioni di prevenzione e contrasto. Cancellieri, restituire serenità a comunità «Non dobbiamo trascurare alcun ambito o settore - ha sottolineato il ministro - concentrando, come ha proposto il capo della polizia, una più incisiva e visibile operatività delle forze dell'ordine su obiettivi territoriali mirati». Lo scopo, ha chiarito, è quello di «dare un segnale di grande attenzione alla comunità, ma anche restituirle serenità. L'uccisione di una bambina di pochi mesi e del suo papà avvenuta sotto il portone di casa è un fatto che crea sgomento e che non può lasciare indifferenti. Ma lo Stato è presente e lo dimostrerà». Alemanno, misure emergenziali per fermare le belve Dura anche la reazione del sindaco Alemanno. L'episodio di ieri sera, ha detto, «è veramente troppo. La pazienza di Roma e dei romani è finita. Ci sono belve criminali che agiscono nella nostra città che devono essere fermate a tutti i costi. Sono mesi - ha aggiunto - che denuncio questa emergenza criminale, ma le misure che fino adesso sono state attuate sono chiaramente inadeguate». Si infiamma polemica, chieste dimissioni sindaco E si infiammano le polemiche contro la giunta Alemanno. Il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha chiesto le dimissioni del sindaco: «Ammetta il suo fallimento - ha detto - e, dimostrando serietà, assuma le decisioni conseguenti: si dimetta da un ruolo che non è assolutamente nelle condizioni di esercitare». Analoga la posizione del segretario del Pri, Francesco Nucara, visto che «è ormai indiscutibile il fallimento della politica di sicurezza che aveva posto al centro del suo programma elettorale». Commenti duri anche dagli ex sindaci Walter Veltroni e Francesco Rutelli. Il primo ha ricordato come nel 2008 l'attuale sindaco avesse fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia contro il centrosinistra. «Quella - ha rilevato Veltroni - è stata una delle pagine più orrende della politica. Alemanno sul luogo di un assassinio per qualche voto. Un orrore». Oggi (ieri, ndr), ha aggiunto, «hanno tolto l'anima a una città, il senso di solidarietà e di comunità. E la violenza la fa da padrona». Roma, ha fatto eco Rutelli, «sta perdendo la sua identità di capitale e il paradosso è amaro perchè avviene da parte di un'amministrazione che aveva sostenuto che Roma era insicura e che occorreva tolleranza zero contro il crimine». Infine, anche la Chiesa è scossa. «A Roma - ha detto il cardinale vicario della Capitale, Agostino Vallini - sta succedendo quello che accade in altre città. Purtroppo si sta estendendo una cultura della vita in cui la vita non conta più».

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