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Belviso visita la mamma "Non sa che la figlia è morta"

Il sindaco Alemanno con Sveva Belviso

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Vicesindaco Sveva Belviso, lei ha incontrato al San Giovanni Lia Zheng, la mammina di 26 anni di Tor Pignattara che ha perso la figlia di 9 mesi e il marito, uccisi dallo stesso proiettile durante una rapina sotto casa. «È terribile. Sono andata a trovarla in ospedale, questa donna ha scordato tutto, chiede continuamente della figlia, la vista della sua piccola col cranio sfondato dal proiettile l'ha devastata. Ricorda soltanto fino a un attimo prima della mattanza». Vuol dire che la sopravvissuta ha rimosso l'accaduto? «Per ora è così. Il grande choc l'ha portata a non ammettere cosa ha visto perché sicuramente lei invece si era accorta del sangue sul volto della piccola quando l'ha presa in braccio. Oggi invece non ne ha più consapevolezza». Cosa le ha detto? «È sotto sedativi e per lei è stata chiesta la consulenza psicologica. Assistita dal cappellano don Michele. Ciò che questa donna attende è che qualcuno le dica come sta la bimba visto che non le fanno incontrare i parenti che conoscono la verità. Mi sono dovuta limitare agli auguri di pronta guarigione e ad assicurarle che avrà tutto il sostegno di cui ha bisogno».  A Roma sarà proclamato il lutto cittadino? «Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino, ma è ancora presto per sapere quando potranno essere celebrate le esequie». Lei ha partecipato al vertice sulla sicurezza con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e i vertici delle forze dell'ordine. Cosa succederà ora a Roma? «Intanto è stato assicurato l'arrivo di 400 agenti entro un mese. Già da domani (oggi, ndr) a Roma verranno impiegati i primi 130 agenti delle forze dell'ordine in piú, tra carabinieri e polizia, dei 400 previsti dal Terzo Patto per Roma Sicura». Questa mattanza ha anticipato le tappe del Terzo patto per Roma sicura? «Si. E mi sento soddisfatta e sollevata dall'impegno del Governo, della fermezza del ministro Cancellieri, incontrato al vertice. È stata molto ferma come lo siamo stati noi nel chiedere un rafforzamento all'impegno delle forze dell'ordine».  Come sarà garantito? «Noi abbiamo chiesto più attenzione e più risorse umane e una strategia comune delle forze dell'ordine, coesione cioè, che si basi sulla mappa del rischio, sui luoghi a più alto rischio criminalita. E poi ancora che le forze dell'ordine procedano con modalità investigative anche invasive, su quei soggetti conosciuti come soggetti pericolosi, anche con perquisizioni di abitazioni, e che questo venga fatto non solo nei momenti in cui accade una tragedia come questa ma che venga fatta con coerenza e costanza tutti i giorni dell'anno». Questo vuol dire che ci saranno perquisizioni anche senza l'ok della Procura? «Abbiamo chiesto che le forze dell'ordine abbiano più libertà di azione e c'è l'impegno, sulla base della mappa del rischio, di un loro intervento mirato. Significa anche perquisizioni nelle abitazioni dove c'è notizia di un eventuale reato».  In che modo? «L'articolo 41 (del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) è una legge ordinaria dello Stato ma che difficilmente viene applicata in questo periodo perché spesso non viene convalidata dalla Procura. Chiediamo perciò che venga applicato l'articolo 41 che dà alle forze dell'ordine la possibilità di poter indagare su una notizia di reato con perquisizioni in edifici pubblici, privati ma anche abitazioni e tende anche a scovare armi illegalmente detenuti».  Cosa la preoccupa di più? «Abbiamo chiesto queste misure perché ci preoccupa l'uso forsennato delle armi. Non è accettabile che a Roma ci siano gambizzazioni, spaccio e traffico di droga, riciclaggio. Chiediamo che ci sia sempre un impegno maggiore e costante». Al vertice si è parlato di escalation di violenza? «Ho ascoltato gli interventi di tutti durante la riunione. C'era anche chi ha detto il vero e cioè che gli omicidi non sono aumentati a Roma, ma c'é una costanza negli ultimi dieci anni. La media degli anni scorsi era di 42 omicidi l'anno. Questo comunque non ci solleva perché finché ci sarà un omicidio intendiamo chiedere che ci siano operazioni e indagini». Quindi non si può parlare di una città violenta? «Roma non è una città violenta ma un posto in cui si consumano episodi devastanti. Siamo indignati ma forti nella richiesta di attenzione allo Stato».  Come inquadrare i 35 omicidi consumati nell'ultimo periodo? «Tutte queste esperienze devastanti di sangue che hanno colorato di rosso la città, lacerata e ferita, danno un chiaro segno: tutte queste persone sono pregiudicate». Coi propositi svuota-carceri quei pregiudicati porebbero scontare la pena ai domiciliari «Ho sentito il Governo parlare di svuota-carceri, ma le carceri bisogna costruirle e se il regime carcerario non funziona perchè non riabilita, bisogna riformarlo. Ma chi non rispetta le regole non può pagare ai domiciliari. Se si pensa di mettere in strada chi deve pagare la sua colpa, chi lo controlla?».

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