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Primo week-end di saldi, sarà il banco di prova

Via del corso e vie limitrofe, shopping prima dei saldi

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Saranno i saldi il primo vero banco di prova per la liberalizzazione degli orari dei negozi. Tra favorevoli e contrari è un fatto che i consumi sono al palo e l'abbigliamento è il primo comparto a risentirne davvero. Poter stare aperti tutto il giorno, domeniche e festivi compresi, può spingere i consumatori ad approfittare della cosa e a fare shopping a prezzi scontati. I saldi iniziano domani e i commercianti del centro storico sceglieranno di stare aperti almeno per l'80%, a detta della Confcommercio, nella giornata dell'Epifania. Una grande occasione per rimediare al flop di vendite natalizie. La percentuale diminuirà, ma non di tanto, nella giornata di domenica. Non una grande sorpresa del resto, visto che si tratta del primo weekend per le vendite di fine stagione autunno-inverno e che i negozianti hanno un grosso bisogno di invertire la tendenza negativa, che ha portato il settore a registrare un calo di vendite, da un anno all'altro, tra il 20 e il 30%. Ma secondo la Confcommercio le serrande alzate no-stop aumenteranno almeno le prime due settimane di saldi sulla spinta della liberalizzazione degli orari. Lo stesso non si potrà dire per le zone di Roma più periferiche. «In questo caso prevediamo pochi commercianti che resteranno aperti fuori orario», conferma Giuseppe Roscioli, Presidente della Confcommercio Roma. Se i consumatori apprezzeranno il fatto di poter acquistare capi a prezzi scontati senza orologio alla mano, si vedrà presto. La polizia municipale è allertata e il comandante del I gruppo Stefano Napoli fa sapere che con i saldi il servizio dei vigili urbani è già intensificato, «abbiamo una o due pattuglie in centro storico, vedremo se ci sarà bisogno di mandare altri vigili sul campo, in caso di problemi alla viabilità o altro». Per ora dunque si parte con le forze attuali a disposizione, senza rinforzi o particolari provvedimenti. «Il 10 incontrerò le associazioni di categoria e i sindacati per ascoltare i loro pareri riguardo questa liberalizzazione – dice Davide Bordoni, assessore al commercio del Comune – siamo in una fase di monitoraggio, bisognerà vedere come la città risponderà al fatto di poter acquistare nei negozi a qualsiasi ora del giorno e della sera». La Confcommercio stima una spesa media a famiglia di circa 400 euro, il doppio di quanto, invece, prevede la Confesercenti. Distanti nel dare cifre ma unite nel pensiero che visto come sono andate le vendite a Natale (si è registrato un calo medio nel settore abbigliamento del 15% sullo stesso periodo dello scorso anno), i saldi possono far prendere una boccata d'ossigeno al settore. In poche parole, i romani potrebbero avere soltanto momentaneamente allontanato l'idea di acquistare capi di abbigliamento. E anche se alla fine di ogni periodo di saldi ci si ritrova a stilare bilanci negativi, guai per le associazioni di categoria parlare di liberalizzazione delle vendite di fine stagione. A farlo sono soltanto associazioni dei consumatori, esattamente come sta accadendo per la liberalizzazione degli orari di vendita delle attività commerciali. Per la Confcommercio, infatti, i saldi rappresentano comunque almeno il 30% del fatturato di un'attività; per la Confesercenti sono «un evento», sebbene snaturato dal fatto che la data di inizio è in pieno inverno e non a fine stagione, «come dovrebbe essere». Al contrario, per le associazioni dei consumatori, "è inutile parlare di saldi quando la stragrande maggioranza dei negozi ormai li pratica tutto l'anno". E' di ieri, del Codacons, la stima che almeno l'80% dei negozi capitolini avrebbe già dato il via alle vendite di fine stagione in barba alle leggi. E mentre si attende la nuova legge regionale sul commercio che disciplinerà anche i saldi, c'è chi come Francesco Saponaro, Presidente della Commissione Pmi del Consiglio regionale del Lazio, ribadisce il suo pensiero riguarda a questo tipo di vendite. «Vanno liberalizzati perché è inutile impedire ai negozianti di praticare sconti e promozioni ogni volta che lo vogliono». Evento o no, i negozi capitolini sono pronti. Partiranno subito con percentuali molto alte di sconti, tra il 30 e il 40 per cento e metteranno in vetrina soprattutto piumini e cappotti, i capi che si sono venduti meno fino ad oggi.

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