Orari no stop, Polverini chiama i commercianti
La Regione dalla parte dei commercianti. Non ci sta la governatrice del Lazio Renata Polverini a prendere per oro colato il provvedimento del governo in tema di liberalizzazione degli orari delle attività di commercio e di somministrazione. Prende la palla al balzo della levata di scudi da parte della Confesercenti, che si rivolge a lei per impugnare il provvedimento, e parla di «un'invasione di campo da parte del governo rispetto ad una materia che è di competenza delle Regioni». Dunque si riserva di ascoltare il parere di altri operatori del settore e dei presidenti di altre Regioni e poi potrebbe anche decidere per l'impugnazione. Dall'altra parte il Comune, nella persona dell'assessore capitolino al commercio Davide Bordoni, non fa che ripetere «che non si poteva fare altrimenti perché si tratta di un provvedimento del governo e perché Roma, come tutte le altre città italiane, doveva adeguarsi». Ma valuterà l'impatto sul territorio e sui cittadini ed è pronto al dialogo con le categorie. Il clima si fa sempre piuttosto teso quando si toccano interessi di alcune categorie produttive, come il commercio o i taxi o le farmacie. In questo caso i negozianti capitolini sono apparsi subito molto scettici sull'eventualità di dover tenere i propri esercizi aperti no-stop. Soprattutto per un problema di costi, si è detto, che potrebbe sfociare in un problema di concorrenza con la grande distribuzione, che ha altri mezzi e altre possibilità per fare eventualmente fronte ad una liberalizzazione del genere. Ma già trascorsi un paio di giorni dalla sorpresa di risvegliarsi con l'idea di poter tenere le serrande alzate senza limiti di orari, che qualche negoziante del centro sta valutando l'ipotesi di approfittare di questa libertà per non chiudere troppo presto o rinunciare ai festivi e al riposo settimanale, ora che iniziano i saldi. Non solo. C'è chi, come Liborio Pepi, Presidente della Fiepet-Confesercenti dice che diversi esercizi di somministrazione del centro sono pronti ad approfittare del provvedimento per fare le ore piccole. Il settore della ristorazione, anche, saluta con un mezzo sorriso il provvedimento. Dovrà risolvere il problema dei costi del personale e altre voci di spesa, certo, ma la speranza che possa aumentare la clientela grazie a questa liberalizzazione, c'è. Anche il presidente della Fipe-Confcommercio Roma Nazzareno Sacchi non se la sente di dare un giudizio troppo netto. Riflette, semmai, sul modo di far conciliare questa liberalizzazione degli orari con l'ordinanza anti alcol, che vieta il consumo di alcol dopo una certa ora e che è stata prorogata fino al 31 marzo. Insomma, pare se ne possa discutere, almeno per gli esercizi di somministrazione, vale a dire bar, ristoranti, pub e locali simili. Decisamente più netto e favorevole il parere delle associazioni dei consumatori. Per prima il Codacons che non ha nulla da obiettare sul fatto che a Roma i negozi possano stare aperti 24 ore su 24. Semmai la riflessione va fatta «sul bisogno di potenziare i mezzi pubblici, in particolar modo nei giorni festivi e sui controlli effettuati dai vigili». L'Adoc va oltre. Si dice non solo favorevole al decreto ma ritiene che l'abolizione delle norme che prevedevano orari massimi di apertura giornaliera degli esercizi commerciali, offrirà una opportunità di acquisto e di comparazione anche in orari diversi da quelli in cui la maggior parte dei consumatori lavora. Sicuramente un altro aspetto della questione da considerare. Per l'Aduc negozi sempre aperti significa «minori intasamenti urbani, meno problemi di parcheggio, minori consumi di carburanti, meno costi per i controlli di sicurezza», perché c'è maggiore flessibilità nell'organizzare gli spostamenti legati agli acquisti. E se Federconsumatori porta alta la bandiera della liberalizzazione degli orari è anche la stessa a suggerire una turnazione intelligente degli esercizi di un quartiere seguendo lo slogan «Mai tutti aperti, mai tutti chiusi». È decisamente netta la spaccatura tra associazioni dei commercianti e quelle dei consumatori. In mezzo si mette la politica, che al momento sta a guardare gli effetti che un simile provvedimento può avere per il vivere comune. La stessa Polverini ha ammesso che «dare una risposta agli esercenti e ai cittadini richiede un impegno da parte della Regione» e che «al momento mi pare ci stia stato un approccio positivo da parte della capitale». Forse la risposta sta proprio nella reazione dei romani. Se inizieranno a fare la spesa a tutte le ore e a fare shopping di notte, le polemiche, necessariamente, si placheranno.