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L'ex Nar Bianco conosceva i sicari

Carabinieri durante i rilievi sul luogo dove è avvenuto l'agguato a Tivoli Terme, vicino Roma

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«Sono scappato, sono caduto a terra e mi hanno sparato». Ieri pomeriggio Francesco Bianco, 51 anni, ex Nar, dipendente Atac, avrebbe raccontato così la gambizzazione subita l'altra sera davanti a un bar di Tivoli Terme. La pista politica è esclusa. Lo ha detto ieri il comandante provinciale Maurizio Detalmo Mezzavilla ricevendo a piazza San Lorenzo in Lucina il vicesindaco Sveva Belviso: «L'Arma dei carabinieri sta svolgendo accertamenti a 360 gradi. Comunque, si ritiene che l'agguato sia da ricondurre a contrasti tra Francesco Bianco e altre persone. Aspettiamo l'esito degli accertamenti e delle investigazioni». E allora, perché quegli spari? Quella di Bianco non è stata una confessione. È stato poco collaborativo. In sostanza, ai carabinieri avrebbe confermato le testimonianze delle persone che hanno assistito all'episodio violento. Ma non sarebbe andato oltre. Anzi:«Non vi racconto un c...» avrebbe concluso coi militari che invece si aspettavano di ascoltare qualcosa di più. Soprattutto, i carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e della Compagnia di Tivoli diretta da Emanuela Rocca credevano che ieri pomeriggio dal letto d'ospedale Bianco avrebbe detto qualcosa sull'identità dei sicari, su chi ha sparato col volto coperto dai caschi integrali: due colpi di pistola semiautomatica, esplosi quando Bianco era a terra. Una pallottola lo ha ferito a una gamba, la seconda all'arto destro, raggiunto dopo aver colpito il polso. Ma perché e quando Bianco ha cominciato a correre, a fuggire. Per caso, ha riconosciuto i sicari? Quindi, quella sera non si aspettava di incontrare i due e perciò già sapeva per quale motivo poteva finire male? Gli interrogativi sono rafforzati dalle immagini della gambizzazione riprese dalle telecamere di sicurezza montate all'esterno di alcuni esercizi commerciali. Pare che Bianco, fermo sull'altro lato della strada, abbia cominciato a correre appena visti i due avvicinarsi. A quel punto avrebbe attraversato la Tiburtina cadendo davanti al bar dov'è avvenuta la gambizzazione.   La dinamica dei fatti è ancora da ricostruire nel dettaglio ma sembrerebbe confermata quella diffusa in primo momento: l'aggressore, in jeans e giacchetto corto, col volto nascosto sotto un casco con visiera, dopo aver inseguito Bianco e dopo averlo raggiunto avrebbe esploso i colpi per poi essere prelevato da un complice su uno scooter TMax grigio proveniente da Roma: avrebbe fatto inversione di marcia per recuperare l'uomo, sui 40 anni, dopodiché i due si sarebbero dileguati a tutta velocità entrando in via della Stazione di Bagni di Tivoli. A chiamare aiuto i numerosi testimoni sollecitati dalla stessa vittima che, una volta riuscitosi a muovere, avrebbe preso il telefono cellulare, fatto una chiamata e poi gridato: «Chiamate un'ambulanza, mi hanno sparato».

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