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Gli abitanti: correva, pensavamo a uno scippo

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«Quelloche è successo però non è un'azione da Tivoli Terme, è qualcosa di più – commenta Salvatore Ravagnoli, presidente del Comitato Città termale Tivoli Terme-Villalba di Guidonia - Una cosa come questa poteva succedere qui come altrove. Mi auguro però – aggiunge Ravagnoli - che si tratti di un caso isolato e non dell'inizio di una faida locale. Noi abbiamo altri problemi – spiega il presidente - microcriminalità su cui pensiamo però che l'amministrazione comunale possa intervenire». Nel frattempo però i tre colpi di pistola esplosi in pieno centro cittadino lungo la via Tiburtina e a due passi dalla piazza centrale del quartiere, preoccupano non poco i residenti, già costretti, come segnalato anche dal presidente del comitato cittadino, ad affrontare ogni giorno problemi di microcriminalità: «La sera della sparatoria non ho sentito i colpi – ha detto una commerciante – ho solo visto un gran movimento e quando sono uscita dal locale ho visto quello che era successo. Qui non si può vivere in pace. Sono otto anni che ho questa attività ed è diventato veramente difficile continuare. Qualche giorno fa – continua la signora ancora sconvolta dall'accaduto – sono entrate nel mio locale delle zingarelle, probabilmente del campo abusivo di Stacchini, ho offerto loro da mangiare ma hanno trovato un pretesto per farmi allontanare e in un secondo hanno rubato la borsa con tutti i documenti dileguandosi. Che sciocca che sono stata». Un'anziana ha gridato il suo disagio proprio mentre i carabinieri stavano facendo i rilievi del caso dopo la sparatoria: «Solo ora vi fate vedere, qui non si può più vivere. Ogni sera ce n'è una. Io pago le tasse ma non mi sento sicura a vivere qui. La piazza è stata al buio per troppo tempo. Qui vengono a bivaccare, a dare fastidio, a sporcare e distruggere ogni sera. Ora pure una sparatoria». La signora poi non ha resistito decidendo di scendere al freddo gelido per parlare personalmente del problema proprio con il colonnello dei carabinieri a capo del Nucleo investigativo di Frascati che l'ha ascoltata e rassicurata. «Vorremmo un maggior controllo – ha detto ancora Salvatore Ravagnoli – La sera dell'agguato, e devo fare un elogio per questo, le macchine dei carabinieri e della polizia sono arrivate prima dell'ambulanza. A noi basterebbero i vigili urbani. Vorremmo la presenza di una divisa in piazza e anche una telecamera. Carabinieri e polizia servono per le azioni estemporanee». Abituati alla visione quotidiana di piccoli crimini molti testimoni dell'aggressione a Francesco Bianco non sono riusciti a capire subito cosa stava accadendo. Alcuni hanno raccontato che sul momento, vedendo un signore sulla cinquantina inseguito da un uomo con il casco, hanno pensato a uno scippo, altri a un incidente stradale: l'uomo inseguito poteva aver preso con la sua macchina un motorino per poi scappare a piedi inseguito dalla vittima dell'incidente che non aveva avuto il tempo di togliersi il casco dalla testa. Ma nessuna di queste ipotesi era quella corretta. Dopo aver visto il più giovane raggiungere la sua vittima - inciampata nella corsa e caduta a terra - ed estrarre dal giubbotto una pistola, ciò che stava accadendo è diventato più chiaro, tra l'orrore e la paura di una quindicina di testimoni. Paura che una cosa del genere possa accadere nuovamente e che la situazione di Tivoli Terme non possa cambiare e migliorare. «Colpi di pistola all'ora di cena: un uomo viene gambizzato nella zona di piazza Della Queva – scrive un residente sul profilo facebook del comitato - Mi sembra la ciliegina sulla torta per accelerare il distacco da Tivoli e diventare Comune». Già, perché l'idea di staccarsi da Tivoli e unirsi in un unico Comune alla vicina Villalba di Guidonia, è stata manifestata più volte, anche attraverso una provocatoria raccolta di firme che aveva nelle intenzioni quella di attirare l'attenzione sul degrado dei due quartieri periferici ed abbandonati dalle loro rispettive amministrazioni. Mic. Mag.

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