Esodo verso i Fori senza brindare con i Negramaro
In trecentomila al concerto Troppi per un solo palco
Forseil miglior Capodanno Capitale degli ultimi anni. Una folla così non si vedeva dalla notte del 9 luglio 2006, quando l'Italia conquistò i campionati del mondo. In trecentomila si sono incolonnati in via dei Fori Imperiali per ridere, alla faccia del 2011, con le battute di fine anno di Enrico Brignano. Poi Roma ha cantato a squarciagola le canzoni dei Negramaro, brindando al 2012. Il concerto di Capodanno non ha mai visto un'affluenza simile. Almeno altre trecentomila persone non sono riuscite a raggiungere l'area del Colosseo. Per molti il palco è rimasto un miraggio. E se la ressa non ha trasformato una notte di festa in notte di terrore si deve ringraziare solo il fato. Eppure l'organizzazione della macchina della sicurezza è stata impeccabile. Vigili a ogni angolo del centro storico. Corsie preferenziali per eventuali fughe di ambulanze e mezzi dei pompieri. Controlli rigidi su tutta l'area perimetrale del concerto. Ma la massa, si sa, è imprevedibile e qualche rischio si è corso comunque. Chi non si è accampato sotto il palco (montato all'inizio dei Fori Imperiali, partendo da piazza Venezia) nel pomeriggio dell'ultimo dell'anno, difficilmente ha potuto vedere in faccia Brignano e i Negramaro. Alle 21 la folla aveva già riempito il viale. Per raggiungere il concerto c'erano solo due strade: o si passava per il Colosseo o per via Cavour. Ma in pochi conoscevano l'esistenza di un «percorso obbligato». In migliaia sono arrivati in piazza Venezia credendo di poter aggirare il palco, ma si sono trovati di fronte alle strade sbarrate. Così, alcuni hanno desistito aspettando la mezzanotte di fronte al Vittoriano, altri (i più) hanno invece imboccato via 4 Novembre per raggiungere via Cavour. Un esodo verso il concerto. Raggiungere la meta era a ogni metro più difficile. Prima i dribbling ai danni di vu cumpra' che hanno cercato di vendere orecchie da coniglio luccicanti e stelle filanti per tutta la notte. Poi lo slalom tra i primi petardi lanciati a terra e le bottiglie (già migliaia) lasciate sul ciglio della strada. Ma è a pochi passi da via Cavour che sono iniziati i pericoli veri. La folla è diventata in poco tempo un ammasso di corpi pressati. A una distanza di 400 metri da via dei Fori Imperiali non si poteva più camminare. Né avanti né indietro. Solo chi aveva alzato il gomito rideva. In molti hanno provato a fare marcia indietro. Ma tornare era un'impresa. Mezzanotte. Solo il count down finale ha distratto la massa dal pericolo, scongiurando eventuali crisi di panico. Ma non era finita. D'un tratto, dalla folla, sono partiti i razzi che hanno illuminato il cielo. Il mix di ressa, petardi a terra e fuochi sopra la testa ha costretto molti a scavalcare le transenne della zona protetta per le ambulanze e tornare verso piazza Venezia. Anche lì l'euforia aveva quasi raggiunto il limite. Alcuni si sono arrampicati sopra il presepe della piazza e per alcune ore è sparito il Bambinello, poi recuperato dai carabinieri. E mentre all'una e mezza in migliaia cercavano ancora di raggiungere il concerto (salvo poi desistere), i Negramaro continuavano a cantare. La festa è così proseguita sotto il cielo della Città Eterna. Brindando al 2012. E alla fortuna.