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Stazione Termini. Malagrotta bis in metrò

Metrò invaso dai rifiuti

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Cumuli di cartacce abbandonate ai lati dei corridoi. Una lattina vuota che fa su e giù sopra all'ultimo gradino della scala mobile. E quell'esercito di secchioni che rigurgitano rifiuti. Le stazioni della metropolitana mostrano il peggio dell'immagine Capitale, nei giorni migliori per il turismo. Lungo i nostri dieci «pit stop» in alcune stazioni della linea A abbiamo dovuto appuntare tante note negative legate al decoro del mezzo pubblico. Del resto già il Codacons aveva denunciato l'altro ieri i cumuli di sporcizia, presentando oggi un esposto in procura. Perché i cittadini sono stanchi e protestano. Li vedi girare tra i sottorranei del metrò guardandosi intorno, inorriditi. I più tecnologici non resistono: si fermano, a costo di perdere la corsa, e filmano col telefonino questa mini discarica sotto il centro di Roma. Anche chi va di fretta verso la scala mobile in direzione «Battistini» si blocca di colpo e allarga le braccia. Per non parlare dei turisti. Per tedeschi e inglesi è il terzo mondo. Eppure ieri doveva essere tutto in ordine. «Da oggi tutto tornerà alla normalità», aveva detto lunedì l'assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma, dopo che la notizia della monnezza nel metrò aveva invaso le redazioni dei giornali. Aurigemma aveva spiegato che il problema è della ditta di pulizia (incaricata da Atac) che sciopera perché non pagata (sempre dall'Atac). In realtà, spiegano dall'assessorato, i soldi dalla municipalizzata alla ditta non arrivano perché la Regione non li spedisce in Campidoglio.   Insomma, un ping pong di veti e controveti economici che portano a un solo risultato: a differenza di quanto annunciato da Aurigemma il metrò resta sporco. Alla stazione «Lepanto», come a «Ottaviano», «Flaminio», «Vittorio Emanuele», «Re di Roma» e «Furio Camillo», è un continuo dribbling tra bottiglie vuote a terra e giornali abbandonati. Ma la Malagrotta del metrò è «Termini». Lo sciopero della ditta di pulizie mette in ginocchio lo snodo numero uno. Non sono solo i secchioni stracolmi di ogni rifiuto o i corrimano delle scalemobili infestati da bicchieri di carta e stracci. A «Termini» ci sono tanti piccoli cantieri (ne abbiamo contati sette) abbandonati e coperti da reti metalliche arruginite dietro le quali spuntano scheletri di strutture in costruzione, che a ogni colpo di vento inondano di polvere i corridoi. Ci sono infine altri due particolari che contribuiscono al cattivo decoro. La scarsità di secchi per i rifiuti oltrepassato il rondello dei ticket (anche per motivi di sicurezza, ma tant'è) e una raccolta differenziata che non funziona. Nelle stazioni tanti contenitori per la carta (grazie al boom delle free press) ma quasi nulla per gli altri materiali. Così, finisce tutto nella stessa discarica.

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