La mappa dei luoghi della persecuzione ebraica nel Lazio
Lofa da tre anni. Con i seimila dvd sui campi di sterminio alle spalle della sua scrivania e una cartina in scala di Auschwitz-Birkenau davanti agli occhi. Lui, direttore scientifico della Fondazione del Museo, in attesa del via del Comune al cantiere di Villa Torlonia, di strada ne ha fatta tanta. E con i suoi dodici ragazzi dello staff ha reso, di fatto, già funzionante il Museo. Non è un caso se proprio sul sito web, museodellashoah.it, mercoledì scorso ha inaugurato la mostra virtuale «Auschwitz Birkenau» (come segnalato dal portale romaebraica.it). Di fatto, dunque, il Museo è aperto. «Tra qualche anno sorgerà anche il Museo vero - spiega Pezzetti -. Noi siamo pronti, abbiamo elaborato un progetto espositivo scientifico che verrà articolato nel dettaglio appena si potrà partire». Nel frattempo la Fondazione ha preso accordi con tutti i musei del mondo della Shoah, da Yad Vashem a Washington, da Londra a Parigi. «Intese che ci permetteranno di reperire materiali, documenti di ogni genere per portare un valore aggiunto alla nostra memoria», racconta il direttore. I materiali raccolti sono di tre tipi: video, libri e documenti. «Il Museo sarà un luogo di lavoro per le scuole. I nostri 12 ragazzi sono stati già formati e oggi sono loro le guide per i viaggi della memoria». Non solo. La Fondazione si occupa anche di formare gratis insegnanti di istituti e fa corsi di aggiornamento. Ha già inaugurato 4 mostre su 16 ottobre, leggi razziali, Auschwitz e il campo di Servigliano. Una quinta sui ghetti nazisti sarà presentata a breve. Ha pronto un progetto finanziato dall'Ue per fare una mappatura dei campi fascisti. Ha, soprattutto, avviato un progetto con la Regione Lazio e gli istituti scolastici. Si chiama Geografia della memoria del Lazio. Saranno recuperati tutti i luoghi della persecuzione ebraica nella regione. Pochi lo sanno, ma a Viterbo, Fara Sabina e Fraschette c'erano dei campi di internamento. Come spiegano i coordinatori (Libera Picchianti, Roberto D'Angeli e Andrea Di Stefano) grazie al finanziamento regionale di 70 mila euro saranno coinvolti 12 istituti di tutte le province. Cinque ricercatori faranno da tutor alle scuole per le ricerche di archivio e le interviste ai testimoni di quei luoghi. Alla fine del progetto sarà ricostruita la memoria del Lazio e sarà allestita una mostra. Insomma, il Museo della Shoah è operativo. Ma per costruirlo a Villa Torlonia? Il presidente della Fondazione, Leone Paserman, spiega che lo scorso 24 ottobre la Giunta ha approvato il progetto definitivo e la variante del piano regolatore. Mentre il 16 novembre è stata approvata la copertura (di 21,7 milioni di euro) con un leasing in costruendo. L'ok definitivo al progetto ora dovrà arrivare dall'assemblea capitolina a gennaio.