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Il Consiglio di Stato: Malagrotta non chiude

Malagrotta

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La discarica di Malagrotta resterà aperta e in funzione. Almeno per il momento. Rallenta l'iter che porterà alla chiusura della maxi-discarica alle porte di Roma e ai lavori per la realizzazione del nuovo sito di smaltimento dei rifiuti a Quadro Alto. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato dal Consorzio laziali rifiuti (Colari) che si era opposto alla decisione del Tar, secondo cui la dichiarazione dello stato d'emergenza ambientale per Malagrotta si fonda invece "su una situazione oggettiva". Il Consiglio di Stato ha dunque accolto il ricorso che contesta il decreto della presidenza de Consiglio dei ministri del 22 luglio che ha dichiarato lo stato d'emergenza rifiuti nel Lazio e la successiva ordinanza con la quale si dichiara la necessità di realizzare un sito alternativo nella zona di Quadro Alto. La IV sezione del Consiglio di Stato discuterà l'istanza il 17 gennaio.  Prima di quella data, ha commentato a caldo il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, meglio non pronunciarsi: "Aspettiamo", ha detto. E a chi gli chiedeva se la sentenza sospende i poteri commissariali per l'emergenza rifiuti, ha risposto: "Non lo so, non abbiamo ancora letto la sentenza; la vedremo e ci regoleremo di conseguenza". Immediata la reazione degli ambientalisti e dell'opposizione: "E' una vergogna nonche' uno scandalo che ancora una volta, attraverso questa sentenza, si dia ragione alla società Colari del monopolista Cerroni, in questo caso per l'attività di imprenditore privato che aveva iniziato nel 2009", ha tuonato il Verde Nando Bnessio, "questa amministrazione regionale ci ha portato in un cul-de-sac. Si tratta di una sceneggiata napoletana col finale già scritto: in qualsiasi modo si concluderà questa vicenda ad avvantaggiarsene sarà il monopolista privato, sia che si proroghi la chiusura di Malagrotta, sia se si aprirà il sito di Riano. L'unico modo per uscire da questa situazione è puntare sulla differenziata a medio termine". Sulla stessa lunghezza d'onda il commento di Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale: "Roma paga oggi il fallimento delle destre in tema di rifiuti; la discarica di Malagrotta ormai in esaurimento e' costretta per colpa dell'immobilismo delle Giunte Alemanno e Polverini a non chiudere i battenti". Per Marroni, "a oggi non ci sono alternative credibili:, sbagliata infatti è l'ipotesi di un frazionamento dei siti di discarica e non idonea peraltro risulta l'area individuata di Corcolle che presenta volumetrie risibili e su cui persistono vincoli archeologici e ambientali". Risponde a tono il consigliere regionale della Lista Polverini, Giuseppe Melpignano: "Solo grazie a questa amministrazione la gestione dei rifiuti ha visto uno scatto in avanti, il piano dei rifiuti già discusso e che a gennaio sarà definitivamente approvato, l'avvio una volta per tutte della chiusura di Malagrotta. Oggi non accettiamo prediche da chi ha razzolato male, anzi malissimo".  

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