Gialli e lotte di potere, il Colosseo torna arena
Giallo, leggende e molta politica dietro i fatti che stanno trasformando il Colosseo nel protagonista della polemica di fine anno. Ieri l'annuncio di nuovi "sgretolamenti" di tufo dall'Anfiteatro Flavio è stato smentito dalla direttrice del monumento, Rossella Rea che bolla la vicenda con un commento laconico «ormai è psicosi». Spetta invece al consigliere regionale del Pd, Enzo Foschi, spolverare gli antichi testi: «Finché starà il Colosseo starà Roma. Quando cadrà il Colosseo finirà anche Roma. Ma quando Roma finirà, finirà anche il mondo. È quanto recita la profezia di Venerando Beda (VII-VIII secolo). Ci voleva Alemanno a farla avverare. Grazie al suo modo superficiale nel condurre il bando dei lavori di restauro a Della Valle, oggi siamo in attesa che i tribunali indichino la strada da seguire. Non è pensabile delegare solo al privato la salvaguardia di un bene come il Colosseo». In effetti di coincidenze curiose aveva parlato la stessa Rea a S. Stefano quando a distanza di minuti si sono verificati i piccoli incidenti del tufo e di una transenna allentata che ha provocato la chiusura temporanea della terrazza del Terzo livello. Sarà soltanto un caso ma accade all'indomani dell'annuncio del sindaco dell'accordo con il sottosegretario Cecchi e dell'avvio dei cantieri a marzo per il restauro del Colosseo, finanziato dall'imprenditore Della Valle con 25 milioni. E l'opposizione punta il dito proprio contro Alemanno e il restauro ai privati, nonostante l'assessore capitolino alla Cultura, Dino Gasperini chiarisca: «In merito ai tentativi dell'opposizione di attribuire responsabilità al Campidoglio, è evidente che le procedure sono statali». Intanto tra sindacati e direzione, al Colosseo è battaglia. La Uil aveva infatti chiesto che «la direzione della Rea venga alternata con altri valenti archeologi in servizio nella soprintendenza di Roma». Lotte intestine che coinvolgono l'Anfiteatro Flavio. E i cantieri partiranno tra 3 mesi.