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Vigili e mazzette, c'è un altro caso

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Un altro episodio di mazzette in cui sarebbero coinvolti vigili urbani e funzionari dell'amministrazione municipale. Un'altra vittima, un'altra ristrutturazione a Trastevere, ma stesso vigile e stesso geometra protagonisti della storia ambientata in via della Luce. S'allarga l'inchiesta coordinata dal pm Antonio Calaresu su cui stanno cercando di fare piena luce gli agenti di polizia municipale del Primo Gruppo guidato dal comandante Stefano Napoli. Questa volta a cadere nella rete della cricca sarebbe stata una coppia di giovani conviventi che voleva ristrutturare la casa dei sogni. La vicenda è precedente a quella raccontata su queste pagine da Il Tempo prima delle festività natalizie e ambientata in via della Luce.   Tutto inizia nell'estate del 2008. In via Natale del Grande A.L. e S.F. vogliono trasformare l'ex officina del padre di lei in appartamento. In primavera, dopo più di un anno dal via libera ai lavori dell'ufficio per l'edilizia del Municipio, la ristrutturazione può finalmente partire. Dopo pochi mesi, però, arriva il primo stop. Tre agenti della Municipale si presentano all'indirizzo per un controllo e scoprono che si sta commettendo un abuso edilizio. Il progetto allegato alla Dichiarazione d'Inizio attività (Dia) non corrisponderebbe, in parte, all'intervento che si sta eseguendo e sequestrano l'immobile che viene affidato in custodia giudiziaria a un funzionario della Municipale. È il 14 agosto. Pochi giorni dopo la coppia si reca dal custode giudiziario. Questi mostra ai due un esposto per un presunto abuso edilizio allo stesso indirizzo di via Natale del Grande. Si tratta di un fax firmato A.S. Il funzionario spiega che per sbloccare la pratica bisogna pagare 12.000 euro (la presunta mazzetta), da dividere tra un architetto della Soprintendenza, un avvocato e un geometra. Il 17 novembre il cantiere è parzialmente dissequestrato e i lavori possono ripartire. Il funzionario di polizia municipale consiglia allora ad A.L. e S. F. di affidare a un geometra di sua conoscenza la richiesta di una nuova Dia e a un avvocato di sua fiducia le pratiche per il ricorso di dissequestro dell'appartamento. A. e S. accettano convinti che nei 12.000 siano comprese le parcelle dell'avvocato e del geometra. Ad agosto del 2009 ottengono una nuova Dichiarazione d'inizio attività. I lavori, sotto la supervisione del geometra, terminano a febbraio del 2010 con tanto di certificato di collaudo. Ma il tecnico chiede 4.500 euro per le sue competenze. I giovani pagano, poveri ma felici di poter finalmente trasferirsi nella nuova casa. Tre mesi dopo, a maggio, arriva anche il dissequestro totale dell'immobile. Siamo ancora nel 2010. A marzo del 2011, (dieci mesi più tardi), si fa avanti però l'avvocato chiedendo in via ufficiale 4.500 euro per la sua parcella, stessa somma richiesta qualche tempo prima dal geometra. Per chi erano allora - pensa A.L. - i 12.000 euro chiesti e ricevuti tre anni prima dal funzionario di polizia municipale? Oppure il vigile urbano si era tenuto tutto per sé e non li aveva pagati? A poche centinaia di metri, intanto, sull'altro lato di viale Trastevere e precisamente in via della Luce, andava contemporaneamente in scena la stangata a Paolo B., l'imprenditore che a fine del 2009 aveva iniziato la trasformazione di un magazzino in uffici sotto la guida e i consigli di un amico funzionario di polizia municipale e di un geometra che gli era stato consigliato proprio dal vigile urbano. Guarda caso, il funzionario della Municipale e il geometra protagonisti di queste due storie di presunte mazzette, sono le stesse persone.

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