"Fuori dal Corpo i vigili sciacalli"
«Non posso escludere che in un Corpo numeroso come quello della polizia di Roma Capitale possano nascondersi sciacalli. Se li dovessimo trovare li cacceremo». Esce dal silenzio il comandante dei vigili urbani Angelo Giuliani per commentare la fosca vicenda di mazzette per la ristrutturazione di un locale a Trastevere che Il Tempo sta raccontando ormai da quattro giorni. Nell'inchiesta della Procura, coordinata dal pubblico ministero Antonio Calaresu, potrebbero essere coinvolti anche alcuni agenti del Gruppo Centro storico della polizia Municipale. Il comandante Giuliani, però, ci va molto cauto. Dosa le parole e lascia trapelare un po' di stanchezza. Come il collega Stefano Napoli, comandante del Primo Gruppo, sa che l'indagine che stanno portando avanti i suoi uomini della polizia giudiziaria è complicata e sofferta. «Si tratta di colleghi e ci sono ancora molti aspetti da chiarire». «Una cosa però è certa», spiega. «A giugno, quando ho ricevuto l'esposto indirizzato a me e al sindaco Alemanno in cui il fratello dell'imprenditore denunciava che la sua famiglia aveva subito tentativi di estorsione, mi sono subito mosso. Non è stato lasciato niente al caso e sono convinto che anche questa volta la magistratura farà chiarezza andando fino in fondo a questa storia». «È necessario capire chi ha preso soldi e dove sono andati a finire - continua Angelo Giuliani - Se ci troviamo davanti a un sistema ben congeniato? Starei molto attento a parlare di sistema. Però non posso escludere, ripeto, la presenza di qualche sciacallo all'interno del Corpo. Ma da questo a dire che siamo di fronte a un sistema di corruzione ce ne passa». L'inchiesta della procura intanto va avanti. Il pubblico ministero dovrà sciogliere i tanti nodi di questa storia ambientata in via della Luce che racconta di presunte mazzette ottenute dalla cricca al termine della ristrutturazione di un vecchio magazzino che doveva essere trasformato in ufficio. Tra le ipotesi da verificare il trucco del falso esposto che potrebbe essere stato utilizzato dai vigili infedeli per tornare a sollevare presunti abusi edilizi un anno dopo la certificazione di fine lavori e quindi proporsi ancora per risolvere il problema in cambio di denaro. Oppure, l'ipotesi più complessa del trucco dell'abuso provocato ad arte. I vigili, con la complicità del tecnico consigliato all'imprenditore da loro stessi per seguire i lavori, avrebbero provocato ad arte un abuso edilizio già sapendo di tornare un anno dopo per accertarlo e spremere l'imprenditore. Intanto, dopo l'interrogazione parlamentare presentata in Senato da Stefano De Lillo (Pdl), qualcosa si muove anche in Campidoglio. Il consigliere Alessandro Vannini (Pdl) ne sta preparando una da discutere in Consiglio comunale subito dopo il ponte natalizio.