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Lande attacca: vittima del bullismo giudiziario

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Il Madoff dei Parioli: «Gli altri coimputati si sono arresi alla violenza del magistrato»

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Anzi.Di attaccare gli inquirenti. Gianfranco Lande, il cosiddetto Madoff dei Parioli, colui che per la procura ha truffato centinaia di vip, ha preso la parola durante il processo che lo vede sul banco degli imputati. Per la prima volta davanti ai giudici, Lande ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Non solo per difendersi dalle accuse ipotizzate dalla magistratura, ma soprattutto per attaccare sia il pubblico ministero Luca Tescaroli, sia il gip che lo ha mandato in carcere. «Sono vittima di un bullismo giudiziario perché si è andati a caccia del giaguaro utilizzando una divisione corazzata e non una doppietta. Sono nove mesi che sono in silenzio vittima di una epsansione dei termini di custodia cautelare - ha detto con la voce spezzata dall'emozione l'imputato - mi si contesta una truffa da 380 milioni di euro, devo dire che la cifra è frutto di una lettura errata dei dati che io stesso ho fornito al pm, tenuto conto che gli investitori, o quasi tutti, erano rientrati dei loro investimenti. Se un tesoretto fosse esistito lo avrei già indicato agli inquirenti». Gianfranco Lande, ancora con la barba lunga, durante le dichiarazioni spontanee ha dovuto interrompere il suo discorso perché commosso. Poi, quando ha ripreso a parlare, ha dichiarato: «Non c'è somma di denaro che baratterei per la libertà della mia ex compagna (Raffaella Raspi). Non mi è mai interessato accumulare alcunché né ho mai pensato di fuggire: dal settembre 2010 al marzo 2011 ho lavorato perché si chiarisse tutta la situazione e invece sono scattate le misure cautelari». Riferendosi, poi, ai suoi coimputati, tranne che di Torregiani, con il quale esistono ora dei contrasti, Lande ha affermato: «Mai ho bonificato all'estero, se tre degli indagati hanno deciso di patteggiare la pena è perché si sono arresi a tanta violenza del pubblico ministero e del gip. Due di loro hanno figli, una è piccola e una è adolescente e quindi è prevalso in loro il bisogno di ricongiungersi alla famiglia. Questa aggressività sproporzionata della pubblica accusa ha sbriciolato la mia famiglia». Le parole pronunciate da Lande arrivano a tre giorni dalla decisione della Corte di Cassazione che ha bocciato nuovamente la sua rimessione in libertà. L'uomo è accusato di essere il principale artefice di una mega truffa da centinaia di milioni di euro ai danni di vip e professionisti della Capitale. La quinta sezione penale della Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa Di Lande contro l'ordinanza del Tribunale della Libertà dello scorso 14 ottobre che aveva convalidato la decisione presa dal gip un mese prima. Gianfranco Lande ha subito quattro arresti e si trova in carcere dallo scorso 24 marzo. Nell'udienza di due giorni fa, invece, la società di consulenza Deloitte Consulting Italia spa è stata dichiarata non più responsabile civile nel processo contro il Madoff dei Parioli. Lo ha stabilito il Tribunale, presieduto da Carmelita Russo, accogliendo un'eccezione avanzata dalla stessa società in merito alla decisione con cui il medesimo collegio, lo scorso 24 ottobre, aveva incluso Deloitte tra i responsabili civili, ossia tra coloro che concorreranno in caso di condanna a risarcire i danneggiati. Il Tribunale ha invece confermato tale ruolo per Consob, Bankitalia, Carispaq ed Egp in relazione al solo reato di associazione a delinquere finalizzata all'abusivismo finanziario.

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