Liberalizzare i saldi, la ricetta anticrisi
Meglio lo sconto domani che il regalo oggi. Nel Natale della crisi, l'albero resterà «spoglio» fino all'inizio dei saldi. È per questo che le associazioni chiedono di anticiparli. Saldi sì, saldi no. Ogni volta, a ridosso dell'avvio dei saldi di fine stagione, la discussione riparte. Perché se è vero, ed è sotto gli occhi di tutti, che hanno perso ormai il loro vero valore, è anche vero, come sostiene ad esempio la Confcommercio, che i saldi per i negozianti rappresentano il 30% del fatturato annuo. Sono quindi lontane le posizioni delle due più rappresentative associazioni di categoria del settore, Confcommercio e Confesercenti, da quelle delle associazioni dei consumatori, che sostengono invece da tempo la liberalizzazione delle vendite di fine stagione. Ieri lo hanno fatto di nuovo Adusbef e Federconsumatori dichiarando che non ha senso stabilire un determinato periodo temporale per i saldi quando anche in questo momento è un fiorire di vendite promozionali, offerte, occasioni, sconti fino al 30% sulle collezioni di fine inverno. Per la Confcommercio e la Confesercenti, però, liberalizzarli significherebbe perdere un'importante occasione di vendita. Uniti su questo punto ma distanti sulla data di inizio. La Confcommercio, infatti, è favorevole ad un inizio che coincide con il primo sabato del mese, mentre per la Confesercenti sarebbe indispensabile posticipare la partenza dei saldi almeno alla fine del mese, di gennaio per i saldi invernali, di luglio per quelli estivi. Insomma, le posizioni divergono, l'unica certezza è che se ne continuerà a parlare a lungo. Mentre per strada la crisi persiste. E l'effetto sorpresa natalizia per i romani quest'anno sarà quindi a rate: un pensiero low cost per la vigilia, e gli acquisti più impegnativi rimandati a gennaio. Sono in tanti ad aver ripiegato su questa soluzione «per riuscire a fare qualche regalino in più - conferma Sabrina - purtroppo la situazione non è delle più rosee e, con tre figli piccoli, non si riesce ad accontentare tutti: quindi prima di Natale si compra qualcosa tanto per il gusto di scartare un regalo, poi per cose più importanti si aspettano i saldi». Anche a gennaio, in ogni caso, tetto massimo di spesa: «Cerco di tenermi sui 200 euro - ancora Sabrina - l'anno scorso ero arrivata invece a spendere quasi il doppio». Temporeggia anche Caterina, soglia di spesa 200 euro, che attende i saldi per evitare di dover tagliare qualcuno dalla lista dei destinatari: «Ho avvisato già tutti - spiega - di non aspettarsi nulla prima del 5 o del 6, attendere gli sconti è il solo modo per non escludere nessuno, io stessa preferirei aspettare sapendo che arriverà un dono più consistente dopo». Non sono cifre da capogiro quelle che i romani intendono investire nel Natale, anzi: in media, gli acquisti per famigliari ed amici si collocano tra un minimo di 50 a un massimo di 300 euro. Spesa nettamente inferiore, ammettono, rispetto a quella preventivata per lo scorso anno. Insieme alla sforbiciata sul budget, poi, ci si ingegna tanto quanto gli esercizi commerciali. Se infatti questi ultimi, già da qualche settimana, le stanno studiando di tutte per attirare clienti (sconti, promozioni, buoni regalo e caccia al tesoro) anche i consumatori stanno sperimentando un approccio più oculato (astuto?) al regalo. Per esempio diffidando dai ribassi eccessivi e optano solo per oggetti venduti al prezzo di fabbrica. Oppure facendo compere in un solo negozio, come la signora Giuseppina, ieri in via del Corso insieme ai nipoti: «Oltre ai saldi che il negozio già applica, se si acquistano tutti i regali in un unico posto, nel mio caso una camicieria, si hanno più possibilità che alla cassa scontino ancora di più la merce». Altra parola d'ordine di questo Natale è «selezione». «Come spendere meno? Abbiamo limitato la lista ai parenti strettissimi - spiega Monia - di certo risparmieremo molto rispetto allo scorso anno». Oasi felice ieri a Roma lo store della Walt Disney, affollato di turisti e romani che hanno sfidato la fila, e la pioggia, pur di accontentare i più piccoli: «Ai bimbi il regalo si fa sempre», motiva Gabriella. In sintesi, si «salvano» bambini e parenti stretti: amici e conoscenti faranno la parte degli esclusi. La crisi, quest'anno, batte anche la più secolare delle tradizioni.