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Diecimila euro nei cioccolatini per cercare di addolcire il Fisco

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Commercialista arrestato. Voleva alleggerire accertamenti su un cliente

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Cosìil commercialista romano Gianfranco Di Pietro, 41 anni, avrebbe cercato di corrompere due funzionari della Agenzia delle Entrate. Il professionista ha detto che voleva alleggerire gli accertamenti fiscali sul conto del suo cliente, uno dei maggiori imprenditori caseari del Centro Italia, principale cliente del suo studio. Invece ha aggravato la sua posizione. L'altra mattina è stato messo agli arresti domiciliari dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Le indagini sono iniziate il 4 novembre di quest'anno, con la denuncia presentata ai militari dal direttore dell'Agenzia. A informarlo del tentativo di corruzione sono stati proprio i due dipendenti. Nei giorni precedenti erano stati avvicinati dal commercialista, fattosi vivo per cercare di ammorbidire la posizione del suo cliente, risultato all'oscuro del progetto. Durante gli accertamenti relativi all'anno 2008, il caseario aveva ricevuto pesanti sanzioni. E il commercialista non voleva che si ripetessero per i controlli sui conti del 2009. Così si è presentato in ufficio consegnando due confezioni di cioccolatini contenenti 10 mila euro in banconote da 500 euro e una sterlina d'oro per ciascuno dal valore di 250 euro circa. Decisi, gli addetti hanno rifiutato l'offerta. Il commercialista però non molla. Torna alla carica offrendo loro una consulenza fiscale per favorire i ricorsi per eventuali contese con l'Agenzia e allungando il discorso con altre prospettive. Spiega ai due che le cose funzionano così, che in passato per un abuso edilizio avrebbe allungato mazzette ad alcuni esponenti della polizia municipale. E conclude il ragionamento dando l'impressione di lanciare segnali minacciosi, invitando i due a non far parola dell'accaduto «altrimenti ci sarebbero stati problemi» anche per loro. I funzionari non si lasciano intimorire. Avvertita la Finanza, i due collaborano attivamente all'inchiesta: devono accogliere il commercialista e farlo parlare affinché il tentativo di corruzione sia evidente. Di Pietro non immagina la trappola. Durante la pausa pranzo si ripresenta all'ufficio dell'Agenzia delle Entrate e prosegue il discorso. Propone ai due una collaborazione fiscale da svolgere fuori dall'orario di lavoro e promette una consulenza a 360 gradi: forse spera che l'operazione sarà la prima di una lunga serie. Invece per lui è scattato l'ordine di custodia cautelare.

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