Una strada per il papà del Prg
Negliultimi trent'anni è diventata una versione laica del martirologio romano: tanti santini sparsi per il territorio, naturalmente con qualche dimenticanza. Forse voluta. Da tempo, comunque, si aspetta una riparazione sul buon nome dei cattolici al servizio della città. Veltroni ha provveduto a farlo, in qualche modo, titolando una strada al sindaco «papalino» Salvatore Rebecchini. Temo l'abbia fatto per assecondare, nel fair play tra «rossi e neri» in auge sotto il cielo della seconda repubblica, i rampolli di un casato che ha scelto di stare a destra. E Amerigo Petrucci? Il più grande e lucido protagonista del primo centro-sinistra capitolino, il sindaco del Piano regolatore e quindi del progetto di una Roma moderna, l'artefice della distinzione (nella reciproca autonomia) tra Chiesa e partito, rimane ancora segregato nell'oblìo. Ancora per poco. Sembra infatti che l'assessore alla Cultura, Dino Gasperini, sia pronto a dare l'annuncio di una soluzione, lui che in privato non rinnega la grande eredità di una figura pure controversa, ma degna di adeguato riconoscimento a molti anni dalla sua scomparsa. Chi non attinge questa eredità - tra qualche giorno è l'anniversario della nascita di Petrucci (Roma, 17 Dicembre 1922)- senza nutrire sentimenti di ostilità o prevenzione, può guardare con interesse al confronto sull'uomo, la sua visione urbanistica, la sua sensibilità umana e sociale, il suo indubbio ruolo politico e amministrativo. Magari, anche a Roma, i «democratici e cristiani» dovrebbero riprendersi il diritto alla parola, in privato e in pubblico, senza per altro dismettere all'improvviso e inutilmente le loro attuali appartenenze. senatore Lucio D'Ubaldo