Banda di falsari dell'arte truffa il marchese d'Aragona
È stata una stangata da un milione di euro con tanto di rapina e aggressione in casa. Lui, il marchese Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, già fondatore del museo dell'Aranciera, vicino a Villa Borghese, voleva arredare un'altra galleria di famiglia. La banda di falsari, organizzata da un esperto d'arte, prima lo ha raggirato: ha intascato seicentomila euro in contanti e organizzato la permuta di gioielli e mobili d'epoca della vittima per centinaia di cocci spacciati per attici, dell'antica Grecia, ma in realtà realizzati da tombaroli di Tarquinia e antichizzati da un infermiere del 118 utilizzando all'ospedale di Tivoli il macchinario per la radioterapia. E quando l'aristocratico ha scoperto la truffa, la prima volta la cricca lo ha rapinato di vasi antichi, la seconda lo ha picchiato mandandolo al pronto soccorso del policlinico Gemelli. Ieri mattina la Guardia di finanza del Nucleo di polizia tributaria ha arrestato sette persone denunciandone altrettante per produzione e messa in commercio di manufatti falsi. Le indagini sono partite nel marzo 2009 dopo il pestaggio del nobile avvenuto un anno dopo nel suo palazzo al centro di Roma. Dall'ospedale, ha chiamato i militari del Gruppo Tutela del patrimonio archeologico e ha raccontato la sua odissea. Stando alle indagini, a capo dell'organizzazione c'era Edoardo David, 29 anni, di Anzio, esperto d'arte, consulente di enti locali e strutture statali, persona quindi ben conosciuta nell'ambiente dei collezionisti. Un biglietto da visita del quale David si sarebbe avvalso per dare credibilità alle varie messinscene. Alcune delle quali clamorose, come il ritrovamento della tomba (falsa) «del guerriero di Torre Astura». Altre farse invece basate su incontri tra il nobile e i complici della banda spacciati per ricchi collezionisti, venditori (molte ragazze), oppure col sedicente curatore di museo e Archeoclub di Aprilia, in realtà Enrico Corradi, trentottenne di Velletri, sodale ed ex pugile. Gli altri gregari sono Massimo Bordo (fratello di Omero, famoso tombarolo diventato falsario d'autore), l'infermiere Enrico Diomedi, Massimiliano Congiu, Mariano Capomaggi e Massimo Monaco, anche lui ex pugile, entrambi accusati dal nobile di rapina e pestaggio: uno lo teneva fermo e l'altro lo colpiva alla testa. La Finanza ha intercettato alcune conversazioni, registrate pure dallo stesso d'Aragona. Ha interrogato gli indagati, alcuni di loro hanno confessato. E alla fine la magistratura ha firmato gli arresti.