Meglio il materasso del conto corrente
Nontanto a causa dell'età, ma per colpa di una leggina - inserita nel decreto Monti - che s'infila nella lunga lista di spese ordinate dalla politica: se la Manovra sarà approvata dal Parlamento con l'emendamento della Lega, i nonni che percepiscono una pensione superiore a 1000 euro se la dovranno far accreditare su un conto corrente. E agli anziani della Capitale la leggina non va giù. La vivono come una forzatura. Alla banca preferiscono il materasso. Intorno a un tavolo, nel verde di Villa Fiorelli (Tuscolana), gli iscritti al centro parlano solo di questo. Del resto, causa pioggia, il campo da bocce è inutilizzabile. È Francesco a sintetizzare il problema: «Vedete signori - fa accarezzandosi la tesa del cappello - io prendo 450 euro di pensione e mi salvo, ma mia moglie sarà costretta ad aprirsi un conto Banco Posta. E le operazioni chi le pagherà? Io». «La verità - ribatte Angelo - è che, come sempre, non colpiscono i grandi evasori ma danno problemi a gente come me che prende quasi mille euro di pensione». «E ce la siamo sudata - batte il pugno sul tavolo Gioacchino - ho fatto lo chef per decenni e ora mi mettono le mani in tasca dopo tutti i contributi versati». Vincenzo, dopo aver tentato più di una volta di prendere la parola, alza la voce: «In questo modo non sono sotto attacco solo i nonni ma tutta l'Italia che ne è piena». Aldo prova a moderare il tavolo: «Signori, mi sembra logico che chi non ha un conto in banca è in difficoltà perché incontrerà nuovi costi. Io da pensionato lo voterei pure questo Monti, ma la faccenda dei conti correnti mette in difficoltà molte persone». Eppure non è solo un problema di costi. I nonni preferiscono il contante anche perché operano in questo modo da decenni. La signora Clara, del centro anziani Villa Lazzaroni (Appia), è una specie di portavoce di sette signore sedute in circolo: «Monti ci piace - è l'esordio - perché è una persona seria. Ma prima di toccare noi deve prendersela con chi ha i soldi. Questa storia delle pensioni non ci sta bene. Stravolge le nostre abitudini, ma le pare che io alla mia età, e non gliela dico, mi devo mettere a fare tutte queste operazioni con la banca? È una vergogna. E in più dobbiamo pagare». «Questi ci vogliono levare tutto quello che ci danno di pensione - urla dall'altra parte della stanza la signora Luigia - Quando ci saranno le votazioni, però, a noi non ci vedranno più. Né la destra, né la sinistra né il centro». Almeno, chiedono i nonni della Capitale, il governo trovi un compromesso. «Che paghino loro le spese dei conti correnti - dice Guido, vicepresidente del centro anziani Casilino 23 - e non siano addebitate a noi che in passato abbiamo già pagato tanto. È un governo di banchieri e ci faranno male questi. Perché aumentare l'Iva non sarà un danno? I generi di prima necessità non costeranno di più?». «Ho fatto sacrifici e ho chiesto prestiti nella vita - dice Rosa che sta sulla porta dell'ufficio - ma ora sono stanca di pagare».