Pdl appeso ai Municipi
Il taglio agli stipendi degli eletti nei parlamentini potrebbe pesare sullo svolgimento dei congressi
Icongressi locali, indetti in un primo tempo per la fine di novembre e i primi di dicembre erano attesi dai militanti come la panacea di tutti i mali. Il rinvio a data da destinarsi (probabilmente tra febbraio e marzo) è stato dunque già un duro colpo da mandare giù. A complicare ulteriormente le cose, adesso, la cosiddetta norma «ammazza Municipi» e l'ipotesi paventata dal segretario Alfano, ma ancora non sottoposta al voto dell'ufficio di presidenza, dell'incompatibilità delle cariche elettive con le dirigenze di partito. Le due cose vanno di pari passo. La norma contenuta nel decreto Monti che prevede la gratuità delle cariche elettive per gli enti territoriali non previsti dalla Costituzione, ovvero per i consiglieri municipali rischia non solo di trasformare radicalmente natura e obiettivi dell'amministrazione decentrata della Capitale ma di cambiare drasticamente gli equilibri politici. Il tesseramento al partito infatti proviene soprattutto dai municipali, da chi cioè ogni giorno svolge attività politica per conto degli esponenti della propria corrente di riferimento. In altre parole sono proprio loro la prima pietra dell'elettorato locale, quello che si fonda più sul rapporto personale che sul carisma del leader. Ecco perché ad alzare gli scudi è stato praticamente tutto il Pdl, a partire non solo dal sindaco Alemanno che ha riunito e sottoscritto una lettera con tutti i presidenti dei parlamentini romani, ma anche il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto e diversi parlamentari romani. Con i congressi alle porte, infatti, un colpo mortale ai consiglieri municipali potrebbe tradursi in un ignoto stravolgimento degli equilibri interni al partito. Probabilmente è lo stesso motivo per il quale la difesa dei parlamentini locali appare più «fiacca» da parte del Pd che ha scelto lo strumento delle primarie e non quello delle tessere per l'indicazione dei nuovi segretari. Il problema concretamente al momento è più nelle mani del Pdl. Ad aumentare la tensione, come se non bastasse, l'ipotesi di incompatibilità delle cariche di partito con quelle istituzionali che sarebbe stata avanzata dal segretario Alfano. Se tradotta in realtà verrebbero azzerati praticamente tutti i vertici locali. Non solo il coordinatore capitolino Sammarco, deputato, ma anche i coordinatori regionali Piso (anch'egli deputato) e il suo vicario Pallone (eurodeputato). Sul primo punto tuttavia, quello sui rimborsi ai municipali, è stato già presentato un emendamento e la vicenda probabilmente si risolverà positivamente. Sul secondo si discuterà ma senza «big» appare difficile guidare il partito in un momento di passaggio così delicato. Sus. Nov.