Stangata da un miliardo e casse comunali vuote
Per Roma vale almeno un miliardo di euro, e potrebbe non bastare. L'imposta municipale unica, anticipata dal governo Monti al 2012 ed estesa anche alle abitazioni principali, si configura come una batosta per le tasche dei romani, ma potrebbe non fornire gettito sufficiente per le casse di Roma Capitale. Lo Stato ha infatti già tagliato circa mezzo miliardo di fondi destinati alla città, e non è ancora chiaro se quanto incassato grazie all'Imu nel prossimo anno finirà nelle casse comunali. Anche perché l'Imu, pensata dal precedente governo come chiave di volta del federalismo fiscale, è diventata adesso, complice la fretta con cui è stato licenziato il decreto «salva-Italia», un'imposta «sospesa» fra enti locali e stato centrale, e che sarà pesantemente influenzata dalle decisioni delle giunte comunali. I TAGLI ALLA CAPITALE A Roma toccheranno da subito 140 milioni di euro in meno, ha spiegato il sindaco Gianni Alemanno nel suo blog Alemanno 2.0, illustrando le linee di rilancio della giunta capitolina per superare la crisi. A questo decurtamento va aggiunto il blocco del trasferimento che lo Stato passava alla città per «compensare» la perdita dell'Ici prima casa, pari a circa 360 milioni di euro: soldi che Roma ha avuto difficoltà a incassare, e che prima o poi dovrebbero esserle assegnati, ma solo fino a quest'anno. In tutto fanno, per ora, mezzo miliardo di euro in meno per Roma. ALIQUOTA DIFFERENZIATA Il decreto prevede una rivalutazione del 60% della rendita catastale e aliquote del 4 per mille per la prima casa, con la deducibilità dei primi 200 euro per i proprietari di un solo immobile abitativo, e del 7,6 per mille per la seconda abitazione. I comuni, però, avranno una facoltà decisionale abbastanza ampia: potranno accrescere o diminuire del 3 per mille l'aliquota sulle seconde abitazioni e del 2 per mille quelle sulla prima. SUBITO MEZZO MILIARDO DALLE PRIME CASE Se dovessero rimanere le aliquote suggerite dallo Stato, l'incasso dalle prime case sarebbe poco più di 553 milioni di euro, circa un centinaio di milioni in più rispetto alla vecchia Ici. Se a questo si somma l'introito legato agli altri immobili e alle altre imposte, in arrivo nel 2013, si arriva alla cifra di un miliardo di euro. Il gettito nuovo, però, è solo quello legato alle prime case, insieme a quello degli immobili non locati. Il resto, con qualche aggiustamento, era già incassato sotto altri nomi dall'erario comunale. UN'IMPOSTA PER DUE L'Imu prevede la riunificazione in un'unica imposta - da qui il nome - di tutte le tasse comunali. Non è un unico ente ad incassare: il gettito dell'Imu verrà riscosso sì dai comuni, ma in seguito assegnato allo Stato, che provvederà poi - ma non sono ancora stati stabilite percentuali e tempistiche - alla restituzione ai comuni. Solo una cosa è certa: l'Imu non rimarrà interamente ai Comuni. LE PROSPETTIVE Lo scenario che si delinea per Roma è quello di una cronica insufficienza di fondi per finanziare i servizi e gli investimenti cittadini. Per compensare le perdite dovute ai tagli, un'Imu impostata sulle aliquote suggerite non è sufficiente, soprattutto nel primo anno, quando non conterrà ancora le imposte legate ai servizi. Probabile quindi che Roma Capitale decida di aumentarle. Ecco alcuni esempi per esaminare la possibile ricaduta dell'Imu sulle tasche dei romani. ALIQUOTA AL 4 PER MILLE Ad aliquota invariata, un appartamento piccolo di circa 60 metri quadri, prima casa, con la rendita catastale di 650 euro pagherà 416 euro, cui vanno detratti 200 euro in caso si tratti di abitazione unica. Un appartamento di taglio medio-grande, di circa 100 metri quadri, rendita catastale 1.050 euro, pagherà 672 euro, cui vanno tolti i soliti 200 euro. Il proprietario di una casa da 150 metri quadri, rendita di 1.500 euro, sborserà invece 960 euro, con 200 euro da togliere in caso di abitazione unica. ALIQUOTA AL 5 PER MILLE Se il Comune dovesse alzare di un punto l'aliquota, l'appartamento piccolo pagherebbe 520 euro, da cui vanno tolti 200 euro se unica casa. La casa di taglio medio-grande pagherà 840 euro, mentre quella grande 1200. Ad entrambe le cifre vanno sottratti 200 euro se unico immobile posseduto. ALIQUOTA AL 6 PER MILLE Se le ristrettezze dovessero invece spingere il Comune a praticare la massima aliquota possibile per la prima casa, quella del 6 per mille, l'esborso per i romani sarebbe ancora più consistente. Il proprietario dell'appartamento piccolo dovrebbe allo Stato 624 euro, per la casa media e grande, rispettivamente 1008 e 1440 euro, cui vanno tolti i soliti 200 euro.