Niente stipendi. Idi sul piede di guerra
Autobusrallentati e traffico impazzito. La protesta di medici, infermieri, ricecatori e amministrativi dell'Idi-San Carlo è divampata in maniera spontanea e dirompente. I lavoratori protestano contro i mancati pagamenti degli stipendi: «L'amministrazione non è in grado di pagare lo stipendio arretrato di novembre, quello di dicembre e la tredicesima». A determinare l'emergenza è il mancato pagamento delle rimesse e dei crediti che l'Idi-San Carlo vanta nei confronti della Regione. I sindacati avevano indetto uno sciopero per oggi all'Idi e per il 13 dicembre al San Carlo, ma la maggior parte dei 1.500 lavoratori interessati dai mancati pagamenti, appresa la notizia dall'amministrazione, ha messo in atto una mobilitazione spontanea. «Continueremo la protesta fino a quando non ci daranno garanzie sugli stipendi. Di punto in bianco ci siamo trovati senza prospettive», dice un biologo. A far precipitare la situazione è stato la notizia data dall'amministrazione che la Regione non effettuerà alcun trasferimento almeno fino a gennaio. Una notizia che mette a rischio non stipendio di novembre, mensilità di dicembre e tredicesima. Ieri quasi nessun lavoratore è entrato in servizio. La Regione non paga in maniera puntuale gli ospedali classificati e l'Idi, pur avendo un indotto elevato dall'attività ambulatoriale, non riesce a pagare le mensilità. «L'impressione è che ci sia una cattiva gestione della struttura», dice un medico. Per oggi è confermato lo sciopero di 12 ore con presidio in piazza Irnerio di tutte le figure non mediche, alla quale aderirano anche i medici non in servizio. «Stiamo lavorando, come per tutti gli altri lavoratori che protestano», rassicura la governatrice Polverini, mentre l'Anmirs e i consiglieri regionali Di Stefano, Foschi, Romanzi, Bucci e Rodano e Pasquali chiedono alla Regione di intervenire e pretendono chiarezza. Duro il segretario provinciale responsabile Uil-Fpl Claudio Tulli: «La Regione non paga e i lavoratori non prendono gli stipendi. Questa è la situazione dell'Idi-San Carlo. Ma tutta la sanità privata e religiosa - come il Cristo Re - è una bomba a orologeria innescata e pronta a esplodere. La sanità pubblica subisce tagli e con la crisi dei classificati tutto il sistema è al collasso. L'intesa con il Santa Lucia non basta a garantire stipendi e prestazioni. Le Istituzioni scendano in campo concretamente a salvaguardia delle eccellenze del sistema sanitario. Lanciamo un grido d'allarme per porre l'accento su un'emergenza sociale che la Polverini non può continuare a ignorare: faccia qualcosa a salvaguardia dei lavoratori e dei pazienti».