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Un giro di droga porta all'omicidio Sforna

Edoardo Sforna freddato davanti a una pizzeria a Morena

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Cinque indagati per droga. Portano all'omicidio di Edoardo Sforna, a Morena. Questa estate a Pietro Casamonica, 35 anni, mancavano all'appello dieci dosi di cocaina, i conti non quadravano. Poi si è saputo che lo stupefacente era nascosto nei pressi della pizzeria Jolly dove lavorava il diciottenne. La sera del 23 agosto due killer sono arrivati in scooter. Uno armato di pistola ha sparato dal basso verso l'alto: un colpo ha ferito di striscio il ragazzo alla coscia, due a vuoto e il quarto lo ha preso in pieno petto. Il giorno dopo Dodo è morto in ospedale. Ieri la svolta. I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati hanno fermato i cinque: il più giovane ha trent'anni. Casamonica è stato arrestato con altri due, i rimanenti hanno l'obbligo di firma in caserma, sospettati di favoreggiamento. Sono tutti del posto. Per il momento i cinque non hanno nulla a che fare con l'omicidio di Edoardo. I primi tre sono indagati per droga. Un giro di spaccio che avrebbe fatto tappa anche in prossimità della pizzeria del delitto e all'interno del quale questa estate il clima si sarebbe fatto teso. Il motivo ruoterebbe proprio attorno alle dieci dosi mancanti. Poca roba, una manciata di soldi. Eppure i fatti violenti di quest'anno hanno dimostrato che a Roma ormai si può morire ammazzati anche per mille euro. Gli investigatori non si sbilanciano. Non vogliono lanciare accuse che potrebbero rivelarsi infondate e sbagliate. Però vogliono vederci chiaro. Le indagini avrebbero accertato che quelle dieci dosi mancanti hanno invelenito il clima tra chi la droga la spaccia. E il fatto che in seguito si sia saputo che la cocaina era nascosta nei pressi della pizzeria potrebbe aver fatto precipitare gli eventi. spedizione puntiva contro Edoardo? Uno sbaglio di persona oppure un'altra spiegazione distante dalle tesi dell'accusa? Da agosto, gli accertamenti di investigatori e inquirenti non si sono mai fermati. La traccia di un giro di droga dietro l'omicidio era un fantasma che già si aggirava. Una pista, però pochi indizi. Con cura si è cercato di ricostruire la rete di rapporti e amicizie del ragazzo. la sua fidanzata era in vacanza e non ha portuto dare un grande contributo alle indagini. Lo stesso gli amici. Da tutti Dodo è stato descritto come un bravo ragazzo, sorridente, aperto alla vita, con grande voglia di fare. E le sue attività lo dimostrano: in piscina come assistente bagnante, volontario della Croce rossa e in ultimo anche fattorino alla pizzeria. Significative le parole del sindaco Alemanno: «Sono rimasto impressionato dalla rettitudine e dalla dignità di questa famiglia che rispecchia la pulizia cristallina di questo ragazzo. È fin troppo evidente che qualunque sia il movente dei bastardi che lo hanno ucciso nessun appiglio può essere trovato nei comportamenti di una persona che viveva solo per la propria famiglia e i propri affetti, per i propri studi e la pratica sportiva».

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